Referendum, nascono i democratici per il no e il Partito Democratico si spacca. E’ polemica

TORMENTI DEMOCRATICI Tar del Lazio ha confermato la data del 17 ottobre per la definizione dei ricorsi di M5s e Sinistra italiana sul quesito referendario

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Nascono i Democratici per il No al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. La decisione nel corso di una riunione che si e’ tenuta presso il circolo del Pd Testaccio a Roma, alla quale ha partecipato un nutrito gruppo di iscritti, militanti ed elettori del Pd e del centrosinistra, provenienti da diversi municipi della capitale e da comuni della provincia e della regione Lazio. In una nota congiunta, il consigliere regionale del Pd del Lazio Riccardo Agostini e l’ex responsabile comunicazione del Pd Stefano Di Traglia, tra i promotori dell’iniziativa, affermano: “Sono sempre di piu’ gli elettori del Pd e del centrosinistra che stanno manifestando l’intenzione di votare No al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Pensiamo sia giusto rappresentare e sostenere le loro argomentazioni, con l’obiettivo di promuovere, nelle settimane che ci separano dal voto, occasioni di confronto coinvolgendo singoli cittadini, associazioni, organizzazioni che hanno gia’ mostrato o che mostreranno l’intenzione di sostenere la campagna a favore del No”. Agostini e Di Traglia si dicono anche convinti che il cambiamento fine a se stesso non sia sempre positivo. L’Italia ha necessita’ di riforme, ma di riforme vere, giuste e utili per i cittadini. Il cambiamento si avvia riscoprendo determinati valori e non attraverso convenienze dal respiro corto e pura retorica”. Per i due esponenti del Pd, “e’ in atto da anni un restringimento della base democratica il cui unico effetto sui cittadini e’ la diminuzione del diritto di votare i propri rappresentanti. Non e’ con la riforma costituzionale approvata in Parlamento, e ora al vaglio degli elettori, che si ricostruisce un rapporto positivo e fecondo tra cittadini e politica. Ci troviamo di fronte a vecchi refrain che tornano periodicamente di moda: sostenere che la Costituzione va cambiata perche’ vista come ostacolo alla capacita’ di governare. Insomma, la Costituzione usata come alibi: ci sembra questa la fonte ispiratrice di chi propone questa riforma, unitamente a quella elettorale che rischiano, insieme ad altro, di farci disperdere i principi e i valori che hanno ispirato la nascita del partito democratico. Per tutto cio’ e per molto altro”, concludono, “e’ necessario fermare la giostra e invertire la direzione. Noi diciamo si al cambiamento, ma non cosi'”. Tutti coloro che a Roma e nel Lazio vogliono sostenere i democratici per il No, possono farlo inviando una email a: democraticiperilno@gmail.com

Immediata la reazione dai vertici dei Democratici romani. Nel Pd “non è permesso né autorizzato costituire” comitati per il no al referendum, la linea del partito “è per il sì”, ha fatto sapere la deputata Elisa Simoni, sub commissario Pd del I municipio di Roma. “Non sono a conoscenza – ha detto – di nessun comitato del Partito Democratico per il no al referendum costituzionale, che si sarebbe costituito al termine di una riunione del circolo di Testaccio. È stata mia cura un mese fa, come sub commissario, sollecitare tutti i circoli del I municipio a favorire dibattiti sul referendum, e alcuni sono già stati svolti. Ma non era e non è permesso né autorizzato costituire comitati in seno al partito, in quanto la linea del PD, decisa a maggioranza, è per il sì”. “Molti compagni che hanno la mia stessa storia, che sono più grandi di me e che oggi sostengono il no al referendum mi hanno sempre insegnato – ha concluso Simoni – che quando il partito decide la linea, anche a maggioranza, ci si adegua: quella è la linea di tutto il partito”. Intanto, il Tar del Lazio ha confermato la data del 17 ottobre per la definizione dei ricorsi di M5s e Sinistra italiana sul quesito referendario. I giudici amministrativi hanno respinto infatti il ricorso del Codacons che chiedeva di sospenderlo e modificarlo con urgenza, rimandando “la decisione in sede collegiale al prossimo 17 ottobre, quando verrà discusso il ricorso promosso dal M5S e Sinistra Italiana, con l’intervento ad adiuvandum del Codacons”, ha fatto sapere l’associazione dei consumatori. “Per il presidente della seconda sezione bis del Tribunale amministrativo, Elena Stanizzi, ‘non sono ravvisabili i presupposti per la concessione della richiesta misura cautelare monocratica, individuati nella estrema gravita’ ed urgenza tale da non consentire neppure la dilazione della decisione fino alla data della prima camera di consiglio utile – si legge ancora nella nota del Codacons che riferisce il dispositivo della sentenza emessa oggi – Per il Tar quindi una decisione favorevole ai ricorrenti nel giudizio del 17 ottobre consentirebbe di modificare il testo del quesito referendario entro tempi congrui, tali da non giustificare una decisione d urgenza”.