La minoranza dem, invece, non fara’ polemiche ma fa notare come il tentativo di Renzi di ‘spersonalizzare’ l’appuntamento referendario e’ fallito. Da oggi, quindi, il premier fara’ partire le lancette per il rush finale. Con comparsate in tv, ribadendo anche la disponibilita’ a confrontarsi con chiunque sui contenuti del ddl Boschi. La campagna puntera’ proprio agli elettori del centrodestra e del Movimento 5 stelle. Berlusconi e Grillo sono saliti sulle barricate, ma – e’ la tesi del premier – non hanno argomenti, i loro elettori non potranno dire di no alla riduzione dei costi della politica e del numero dei parlamentari. Qualche manifesto in cui si fa risaltare il taglio delle poltrone e’ gia’ apparso, poi partira’ la campagna social, con l’utilizzo anche di app per i militanti per aumentare il numero dei post. L’obiettivo del premier e’ portare l’affluenza perlomeno al 60%. Qualora invece dovesse fermarsi al 40% il timore e’ che sia un voto politicizzato e quindi che possa prevalere il fronte del no. La battaglia si giochera’ soprattutto con Grillo che da Palermo- al pari della sindaca di Roma Raggi – ha lanciato l’affondo contro Renzi: “Il no al referendum sara’ la sua fine”. Sullo sfondo c’e’ poi la partita sulla legge elettorale, “ora si capira’ chi fa sul serio e chi invece punta solo a far fallire il referendum”, ripetono nel Pd. Il timore e’ che ci possa essere un asse M5s-FI sul proporzionale, ma anche tra gli azzurri c’e’ il convincimento che a Berlusconi interessi far eleggere i suoi fedelissimi e che non aprira’ mai alle preferenze.