Regina annuncia programma May, governo rischia in Parlamento

Regina annuncia programma May, governo rischia in Parlamento
21 giugno 2017

Il governo britannico ha elaborato programma di governo ripulito delle misure più impopolari annunciate finora e orientato sul colossale lavoro che attende il nuovo parlamento del Regno Unito per l’uscita dall’Unione europea, presentato oggi a Westminster nel tradizionale discorso della Regina. La sovrana Elisabetta II, leggendo il discorso senza i tradizionali corona ed ermellino, non ha menzionato la visita di Stato del presidente americano Donald Trump, adombrando la possibilità che non si tenga come annunciato in autunno. Regolarmente citata invece la visita del reali di Spagna a luglio. E il discorso, che presenta il programma dei prossimi due anni, ha anche abbandonato la maggior parte delle misure sociali impopolari contenute nel programma elettorale dei conservatori, che hanno perso la maggioranza assoluta alle legislative dell’8 giugno. “La priorità del mio governo è di garantire il miglior accordo possibile sulla Brexit”, ha detto la regina, aggiungendo che il governo cercherà di “costruire le consenso più ampio possibile sul futuro del Paese fuori dell’Unione europea”. Elisabetta ha elencato le leggi che il parlamento dovrà adottare per accompagnare l’uscita dalla Gran Bretagna dalla Ue: in totale nove testi, a partire dal “repeal bill” la “legge sulla revoca”, che per l’occasione ha perso l’aggettivo “great” (grande) con cui il governo l’aveva finora presentato.

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Nel testo, ripudiando i trattati europei del 1972, la Gran Bretagna farà proprie le norme contenute nella legislazione europea per evitare vuoti dopo la Brexit. Westminster dovrà poi legiferare su immigrazione, commercio, dogane, pesca, agrcoltura, nucleare e sulle sanzioni internazionali. Sono 27 in tutti i progetti di legge elencati dalla sovrana. In assenza di una maggioranza ai Comuni, May è a rischio debacle nel voto di fiducia in programma il 29 giugno. Fra le misure che figuravano nel suo programma elettorale e che sono state depennate, figurano la promessa di sopprimere i pasti gratuiti nelle scuole e quella di finanziare le cure per gli anziani non autosufficienti con un prelievo sulle successioni, ribattezzata dal pubblico “dementia tax”. Anche la proposta di reintrodurre la caccia alla volpe era assente dal discorso della regina. Theresa May è uscita sconfitta dalle legislative che aveva convocato per rafforzare la maggioranza ed avere mano libera nelle trattative per il divorzio del regno dall’Ue. Con 317 seggi su 650 della Camera dei Comuni, i conservatori contano sul sostegno dei dieci deputati del partito ultra-conservatore nordirlandese, il Dup, per ottenere la maggioranza assoluta. Ma l’accordo ,che sembrava una formalità, tarda a concretizzarsi. Una fonte del Dup ha detto che “non è certamente imminente” perché i colloqui “non si sono svolti nella maniera in cui avrebbe voluto il Dup”, assicurando che non bisogna considerare scontato il sostegno del partito.

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Secondo vari media il partito avrebbe presentato un conto di due miliardi sterline per il suo appoggio a May, chiedendo un miliardo di sterline per il servizio sanitario in Irlanda del nord e un altro miliardo per le infrastrutture. Il Times, quotidiano conservatore, ha definito il governo di May un “governo di zombies”, affermando che il Primo ministro è “talmente indebolita che non può dirimere le tensioni fra i suoi ministri”. Theresa May ha resistito a numerosi appelli alle dimissioni dopo le legislative che aveva convocato anticipatamente, convinta di vincerle agilmente, ma i media riferiscono da giorni di voci ricorrenti di una sua possibile sostituzione. Sono stati indicati i nomi del ministro per la Brexit David Davis e di quello del titolare del Foreign Office, Boris Johnson. Secondo la stampa, i partiti di opposizione preparano una serie di emendamenti sui cambiamenti nelle norme di sicurezza delle case dopo il drammatico incendio della Grenfell Tower, a Londra, costata almeno 79 morti. Altri emendamenti dovrebbero vertere sulla facilità di accesso al mercato unico europeo e alla messa a punto di una commissione trasversale ai partiti e aperta alla società civile per discutere della strategia da adottare sulla Brexit. Non ci sono regole rigide regole, ma la prassi vuole che se viene votato un emendamento dell’opposizione, il governo dia le dimissioni. Una “giornata della collera” organizzata dal gruppo di estrema sinistra “Movimento per la Giustizia” e sostenuta dall’opposizione laburista è prevista oggi. Una marcia fino a Downing Street è attesa a partire dalle 13 locali per “fare cadere il governo”.

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