Regionali 2012 in Sicilia, il governatore Crocetta rinviato a giudizio per diffamazione

MAFIA & POLITICA I fatti risalgono alla campagnaeletorale per le Regionali del 2012. L’udienza si terrà il 20 ottobre, al tribunale di Gela

Il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta è stato rinviato a giudizio per diffamazione nei confronti dell’imprenditore nisseno Salvatore Lo Cascio. Crocetta, durante la campagna elettorale per le Regionali del 2012, aveva rilasciato un’intervista in cui faceva intendere che l’azienda di Lo Cascio, la Lo Cascio srl, per cui lavorava il candidato alla presidenza della Regione del M5S Giancarlo Cancelleri, fosse in odore di mafia. L’udienza si terrà il 20 ottobre, al tribunale di Gela. L’avvocato Pietro Ivan Maravigna, difensore di Salvatore Lo Cascio, ha annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile “richiedendo il risarcimento della somma di due milioni di euro”. “Nelle prossime ore – ha aggiunto il legale – presenteremo istanza al Tribunale di Gela affinché adotti un provvedimento cautelare conservativo di sequestro dei beni di Crocetta, diretto ad evitare che vengano poste in essere condotte atte ad impedire la soddisfazione dei crediti connessi al reato riconosciuti da un’eventuale sentenza di condanna”.

Secondo l’avvocato Maravigna, infatti, ci sarebbe “un evidente nesso eziologico” tra le dichiarazioni diffamatorie rilasciate da Crocetta e il fallimento della “Lo Cascio s.r.l.”, ditta di cui Salvatore Lo Cascio era titolare. In particolare, le dichiarazioni del futuro presidente della Regione, che, “senza alcuno straccio di indizio, indicavano l’azienda in odore di mafia”, avrebbero avuto “l’effetto di fare cessare ogni trattativa con gli Istituti bancari creditori per una soluzione di ristrutturazione del debito”. “La polemica politica – aggiunge Maravigna – non dovrebbe mai spingersi oltre limiti che comportino la distruzione morale di una persona e della sua dignità pubblica e privata ed a compromettere persino la sopravvivenza di aziende che hanno prodotto ricchezza ed occupazione, specie quando tali aziende sono state vanto del nostro territorio e quella persona, del tutto estranea ad ogni contesa politica, è un onesto lavoratore per tutta la vita dedito alla propria famiglia ed alla propria azienda”.