In Liguria grande vittoria di Giovanni Toti, che si riconferma presidente con oltre il 55% delle preferenze, staccando di più di 15 punti il candidato giallorosso, Ferruccio Sansa, nell’unica regione dove Pd e M5s correvano insieme. A rendere ancora più evidente il successo dell’ex delfino di Silvio Berlusconi, che ha ottenuto oltre il 20% in più di 5 anni fa, quando fu eletto governatore con appena il 34% dei consensi, la forte affermazione della sua lista civica “Cambiamo con Toti presidente”, che con quasi il 23% dei voti supera il Pd e diventa la prima forza a livello regionale.
I dem si fermano invece a poco più del 20%, perdendo circa 5 punti rispetto a 5 anni fa, seguiti dalla Lega al 16%, che arretra a sua volta di circa 4 punti rispetto alle ultime regionali e da Fratelli d’Italia al 10%. Il M5s ha invece registrato una vera e propria debacle elettorale, passando dal 25% del 2015 a circa l’8%. “E’ sicuramente la più importante vittoria – ha sottolineato Toti – che il centrodestra ha mai avuto in Liguria nella sua storia e una bocciatura della coalizione giallorossa nella terra che ha visto nascere il grillismo. Vuol dire che l’unica espressione dell’alleanza giallorossa di governo, che in questo territorio si è schierata unita contro di noi, ha fatto forse il peggior risultato della storia per tutti i principali partiti che la compongono”.
“Segno evidentemente – ha concluso il governatore ligure – che agli elettori non sono piaciute alcune scelte di questo governo, il comportamento di una classe dirigente in questa regione e un’alleanza che aveva tanto il profumo delle poltrone e del potere e poco quello della novità e della voglia di costruire qualcosa di diverso”. Non nasconde la propria delusione, invece, il candidato del centrosinistra e del M5s, Ferruccio Sansa. “L’avventura è finita”, ha spiegato l’ex giornalista del Fatto Quotidiano. “Questa battaglia – ha ricordato – è stata fatta in condizioni quasi proibitive. Abbiamo avuto 50 giorni, con agosto di mezzo e anche il ponte di Genova, che è stato utilizzato da qualcuno spregiudicatamente come enorme strumento di propaganda elettorale”.