In Toscana ci sarà molto probabilmente un`accesa sfida tra Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale della Toscana, e Susanna Ceccardi, europarlamentare e volto notissimo della Lega, anche a livello nazionale. In via ufficiale, il centrodestra brancola ancora nell`incertezza e il nome di Ceccardi, avvallato da Matteo Salvini, attende l`ok definitivo da Fratelli d`Italia e Forza Italia. Intanto per Giani è già trascorso un anno di campagna elettorale: era il 25 giugno 2019 quando il presidente dell`Assemblea toscana lanciava dal teatro Puccini di Firenze il suo ventaglio di proposte ai possibili alleati del centrosinistra. E la barra l`ha tenuta dritta su quei punti programmatici, all`insegna dell`ottimismo, la speranza, una certa mentalità sempre positiva anche davanti alle difficoltà, coronavirus compreso. E quindi: la Toscana “diffusa”, la valorizzazione delle singole ricchezze territoriali, un rapporto di ferro con le amministrazioni locali (non necessariamente targate Pd) al punto che Giani definisce il governatore ideale “un sindaco tra i sindaci”.
Con trent`anni di esperienza alle spalle, decollata ai tempi del Consiglio comunale di Firenze, Giani è abile nell`abbracciare orizzonti larghi che, per altri, rimarrebbero motivo di divisione. Non a caso, ha ottenuto dal primissimo momento il sostegno non solo del Pd, ma anche di Italia Viva. Ed eccolo incoraggiare, da una parte, le politiche locali per l`economia circolare, e dall`altro dire senza mezzi termini che” la Toscana non può restare senza termovalorizzatore”. Giani ha una sua linea che porta avanti spesso incurante del mainstream mediatico: ad esempio sul tema immigrazione, neanche nei momenti di cronaca più caldi, si è mai lanciato in dichiarazioni o atti appariscenti. Su queste basi era arrivato il lancio vero e proprio della candidatura dalla “sua” San Miniato, sei mesi dopo, il 20 gennaio 2020, mentre il Movimento Cinque Stelle decideva di puntare, con le “regionarie”, sulla consigliera regionale Irene Galletti, e, qualche tempo dopo, la sinistra a sinistra del Pd riconfermava la fiducia a Tommaso Fattori (Toscana a Sinistra), consumando il divorzio con Mdp e Sinistra Italiana, finiti nel perimetro Pd-Italia Viva.
Arrivato il lockdown e tutto si era messo in pausa. Adesso, entrati nella fase 3, rieccoci come prima: Giani in pole position, poi Galletti e Fattori sicuri candidati, e il centrodestra senza alcun nome ufficializzato. Ma se c`è qualcuno che potrebbe essere premiato in termini di popolarità e di sondaggi è Susanna Ceccardi, già sindaco di Cascina, già commissaria regionale della Lega e ora felicemente europarlamentare con oltre 47 mila preferenze. E come Giani è sulla breccia da un anno, da un anno il suo nome come candidata alla presidenza della Toscana appare e scompare. Ad appena 33 anni, Ceccardi vanta una capacità di comunicazione, di presenza, sia dal vivo che in tv, che sui social, che di decisionismo da fare invidia a chiunque. Lotta all`immigrazione clandestina, lotta per la legalità, risanamento dei bilanci degli enti locali, trasparenza, partnership tra privato e pubblico contro le rendite parassitarie, diritto alla casa, sono le note più ricorrenti dei suoi interventi.
E` di questi giorni un “No” nettissimo alla costruzione di una moschea a Pisa. Durante l`emergenza covid, può dirsi di essersi intestata, in Europa, la voce di tante categorie finite un po` nel dimenticatoio: da quelle dei florovivaisti all`indotto del turismo. Se il tavolo del centrodestra ufficializzerà la figura di Susanna Ceccardi, c`è da aspettarsi una campagna elettorale tutta fulmini e saette contro Giani. Quindi, a circa tre mesi dal voto, si resta con queste certezze: Giani, Galletti e Fattori e mister o miss X del centrodestra. Ma anche solo ipotizzare una figura diversa da quella di Ceccardi appare problematico dopo che in questi mesi molti altri possibili candidati si sono dichiaratamente sfilati. L`ultimo, in ordine di tempo, ipotizzato dalla stampa locale è il deputato di Forza Italia, Stefano Mugnai. Alla competizione bisogna aggiungere Elisa Meloni di Volt e Salvatore Catello del Partito Comunista, entrambi però con l`arduo scoglio da superare della raccolta di firme.