Editoriale

Regionali in Sicilia, dov’è il Partito Democratico?

In Sicilia, il centrosinistra è allo sbando. Ogni ‘pezzo’ di coalizione ha il suo candidato a governatore. In molti si chiedono dov’è il Partito Democratico. Ma sono più quelli che si chiedono cosa stia facendo Matteo Renzi per partorire il nome su cui puntare alle Regionali isolane. Qualcuno parla di scenario pirandelliano. Certo, vedere al comando delle trattative Leoluca Orlando, per conto del Pd, se non dell’intera coalizione di centrosinistra, qualcosa sembra non funzionare. E non solo perché il sindaco di Palermo non ha la tessera del partito, ma soprattutto perché si registra in questa fase, la latitanza di Fausto Raciti, segretario del Pd isolano, e del braccio destro (o ex) di Renzi in Sicilia, Davide Faraone. E così, ancora una volta, il Pd è costretto ad accettare una candidatura che non è un esponente del partito, come quella del rettore di Palermo, Fabrizio Micari, voluto fortemente da Orlando e che “nasce sul percorso di un civismo politico”. “Il nome e’ stato proposto da me a tutte le forze che hanno concorso al ‘modello Palermo’ – puntualizza il sindaco di Palermo – da Rifondazione ad Ap. Ci aspettavamo che il Pd facesse un nome, e invece ha deciso di convergere su un percorso civico. Lo dico perché sia chiaro: il candidato per me è Fabrizio Micari”. Come dire, pratica chiusa. Ma a complicare la vita a Renzi, è anche uno stesso suo compagno di partito, ovvero il governatore uscente Rosario Crocetta, che già ufficialmente è in campagna elettorale, con tanto di manifesti affissi. “E non perché lo dico io – sottolinea – lo dice lo statuto della Regione, che stabilisce che un presidente e’ ricandidato”. Tuttavia, “non voglio imporre nulla: si facciano le primarie, e chi vince guida la coalizione”. Già le tanto amate primarie del Pd che a quanto pare, in un assordante silenzio, sembrano state messe in soffitta. A sbarrare la strada a Renzi – e non è certo la prima volta – sono Mdp e Si che senza mezzi termini non vogliono far parte della coalizione per la presenza di Alleanza popolare. “Per noi era ed è scontato che Ap non possa fare parte di un progetto di centrosinistra per i valori che noi rappresentiamo e per le differenze che ci rendono incompatibili, sono altri che hanno allargato poi il confronto al partito di Alfano”, precisa la delegazione regionale unitaria di Art.1-Mdp e Sinistra italiana. Insomma, bersaniani & C. continuano a picconare.

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