Il percorso che l’Emilia Romagna sta compiendo per ottenere una maggiore autonomia “e’ comunque funzionale al nostro lavoro”. A sostenerlo il presidente del Veneto, Luca Zaia, secondo cui tuttavia dell’operazione “che stanno facendo ancora non sappiamo nulla: abbiamo un blocco di marmo con un lenzuolo sopra e non sappiamo se sotto ci sia la Pieta’ di Michelangelo o se qualcuno abbia solo tirato qualche martellata e basta. Staremo a capire che statua ne esce ma e’ comunque funzionale al nostro lavoro”, ha spiegato dopo che nei giorni scorsi da Confartigianato Veneto e’ arrivata la proposta di un ‘fronte’ comune fra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna nelle trattative col governo.
Secondo Zaia comunque “ogni Regione ha le sue peculiarita’. Non vorrei che qualcuno pensasse che tutte le Regioni si siedono attorno a un tavolo all’italiana: ognuno ha le sue richieste e le sue peculiarita’ amministrative. Questo, tuttavia, non vuol dire che non si possa fare un percorso assieme”, ha concluso, precisando che “tutto e’ possibile e praticabile”. Il presidente del Veneto poi ha voluto ribadire che il “referendum veneto non c’entra nulla con quello Catalano” ma ha mutuato una “suggestione”. “La piazza piena di Barcellona sta alla questione catalana come le urne piene stanno a quella veneta: se la piazza catalana fosse vuota Madrid avrebbe gia’ vinto, se le urne venete fossero vuote Roma vincerebbe”. L’affluenza infatti e’ “una preoccupazione che ho e che abbiamo tutti noi: ricordo a tutti i veneti che abbiamo il quorum, se non andra’ a votare il 50% piu’ uno dei cittadini a votare vincera’ il si’ ma si butta il referendum”, ha chiosato.