Regole e impianti, come funziona il gioco del curling
Nel 1716 sorse il primo club in Scozia. In Italia, nel 1953 divenne disciplina ufficiale
Tutti pazzi per il curling. Furono comunque gli scozzesi a formalizzare le regole del curling. Nel 1716 sorse il primo club nel villaggio di Kilsyth, e altri seguirono nella Scozia centrale. In Italia, nel 1953 il curling venne accettato come disciplina ufficiale dalla Federazione italiana sport del ghiaccio (FISG). L’anno successivo a Cortina d’Ampezzo, dove già dagli anni Venti il gioco era praticato a livello amatoriale, furono fondati i primi club.
Impianti, attrezzature, abbigliamento
Il campo di curling, detto rink, è coperto di ghiaccio, è lungo 44,5 m e largo 4,75 m; la superficie deve essere perfettamente livellata per consentire alla pietra (stone) di scivolare col minimo attrito; ove possibile, il rink viene posto in una struttura al coperto avvalendosi della refrigerazione artificiale. Molto importante per la preparazione del ghiaccio è il cosiddetto pebble, uno spruzzo d’acqua nebulizzata che ghiaccia al contatto con la pista. Il pebble aiuta le pietre a slittare più velocemente anche se, durante la gara, l’azione del pebble sulle pietre può modificarsi a causa dell’erosione provocata dall’attrito. In prossimità di ciascuna delle due estremità del campo sono tracciati quattro cerchi concentrici detti case (houses). Il centro delle case, chiamato tee, viene individuato dal punto d’incontro di due linee: la center line, che divide il campo a metà longitudinalmente, e la tee line, posta a 4,88 m dal fondo della pista. Sul campo, a circa 11,28 m dalle due estremità, sono segnate altre due linee, chiamate hog lines. Gli anelli del bersaglio sono definiti dal loro diametro: 4, 8 e 12 piedi, e si distinguono per il colore blu, bianco e rosso.
Vicino al fondo della pista, a cavallo della center line, sono poste le hacks, cioè le staffe, utilizzate dai giocatori per avere un punto d’appoggio al momento del tiro. La staffa è collocata sulla linea del piede (foot line) con il bordo interno a 7,6 cm dalla center line, in maniera che tutte le pietre siano posizionate in fase di lancio sulla center line. La stone è realizzata in un unico blocco di un particolare granito arrotondato e levigato alla base, fasciato di ferro e munito nella parte superiore di un’impugnatura metallica o di legno. La stone, completa di impugnatura, non può superare il peso di 19,96 kg, avere una circonferenza maggiore di 91,44 cm o un’altezza inferiore a 11,43 cm. Ogni giocatore ha una speciale scopa o spazzola (broom). Ne esistono due tipi: la canadese (canadian broom), che ha la saggina scoperta oppure ricoperta da una fodera di panno; la scozzese (push broom), che ha il manico allungato e la parte a contatto col ghiaccio ridotta a un rettangolo di setola di piccole dimensioni. Mentre la canadese produce la fusione del ghiaccio attraverso un’azione a percussione, quella scozzese lo fa mediante il semplice attrito. L’abbigliamento, vista la bassa temperatura a cui si gioca, comprende tute imbottite composte di materiali traspiranti, guanti e scarpe speciali, la cui suola normalmente è di teflon. A nessun giocatore è concesso di utilizzare calzature ed equipaggiamento che possano danneggiare la superficie del campo di gioco.
Le regole
Il curling si gioca tra due squadre composte da cinque giocatori, dei quali quattro lanciano le pietre a bersaglio e il quinto, il capitano (skip), sosta nella house. Lo scopo del gioco è tirare una o più pietre il più vicino possibile al centro del bersaglio, il tee, che ha la stessa funzione del pallino delle bocce. La partita è composta da 10 mani (ends), in ognuna delle quali i giocatori lanciano, alternativamente con la squadra avversaria, due pietre ciascuno. Al termine di ogni tempo s’inverte la direzione di lancio. La somma dei punteggi dei tempi determina il risultato della partita. In caso di pareggio, si gioca un tempo supplementare. La squadra che per sorteggio inizia il gioco ha diritto a scegliere le pietre, che manterrà per tutto l’incontro. Durante la partita sono permesse due sostituzioni, ma non si può continuare a giocare con meno di tre elementi. Lo skip dirige la squadra e determina la strategia di gioco. Quando è il turno della propria squadra, lo skip sceglie uno dei propri giocatori affinché agisca in sua vece; in genere, egli si riserva l’ultimo tiro. Nella rotazione, il lead (primo giocatore) tira per primo; il vice-capitano, che coadiuva lo skip nella strategia, per terzo. Due giocatori spazzano il ghiaccio con le scope (sweeping), cercando di modificare la traiettoria e la velocità della pietra. Solamente gli skips possono stare dentro la house.
Lo skip della squadra che sta tirando ha la scelta del piazzamento, che non può essere impedito dallo skip avversario. I giocatori, eccetto lo skip e il suo vice, devono sostare lungo i lati del campo, entro la hog line, tranne ovviamente quando devono spazzare o tirare. Per uscire dal rink un giocatore deve informare il giudice di campo e lo skip; la partita, comunque, non si ferma. L’unica interruzione prevista è quella per la pulizia del campo in competizioni senza limiti di tempo. Le norme che regolano l’esecuzione del tiro sono molte; per esempio, se una pietra si rompe, ne viene posizionata un’altra al posto del frammento maggiore, in modo che il frammento più vicino al centro dei cerchi (button) sia coperto dalla pietra. Quando un’impugnatura si sgancia durante il lancio, il giocatore è autorizzato a ripetere il lancio. Una pietra viene rimossa dal gioco nei seguenti casi: 1) quando si rovescia o si ferma sul fianco o sull’impugnatura; 2) quando non giunge a superare completamente la hog line, a meno che non abbia toccato un’altra pietra in posizione di gioco; 3) quando oltrepassa completamente la linea di fondo campo (back line); 4) quando tocca un bordo laterale (side board) o si ferma sulla linea laterale (side line); 5) quando un giocatore lancia fuori turno; 6) in vari casi di pietre impropriamente toccate dai giocatori.
Nessuna pietra può essere misurata con lo strumento finché l’ultima della mano non si è fermata. Nella fase di lancio, la pietra deve essere abbandonata dalla mano prima che tocchi la hog line. Se il giocatore viola la hog line, la pietra è subito rimossa. Se ne colpisce un’altra, quella lanciata è rimossa e ogni pietra spiazzata viene ricollocata al posto originario. La recidività viene penalizzata con la rimozione della pietra e la sospensione del giocatore per il resto della partita. Una pietra che nel lancio non sia stata abbandonata dalla mano del giocatore e che non abbia toccato la più vicina tee line può essere nuovamente lanciata dalla staffa. Nel caso in cui una squadra lanci per sbaglio due pietre in successione nella stessa mano, lo skip avversario rimuove la pietra giocata per ultima, ripiazzando ogni pietra mossa nel lancio. Altre penalità riguardano le pietre ferme o in movimento, toccate impropriamente dai giocatori della squadra che lancia o di quella che osserva.
Lo sweeping (azione di scopa) ha pure le sue regole: 1) fra le tee lines, una pietra lanciata o messa in movimento da un’altra pietra può essere soggetta ad azione di scopa da ognuno dei giocatori della squadra cui appartiene; 2) dietro la tee line, lo skip (o il suo vice) di ciascuna squadra è autorizzato ad agire di scopa su qualsiasi pietra, ma nessuno può farlo con una pietra avversaria che ancora non abbia raggiunto la tee line; 3) lo sweeping deve svolgersi ortogonalmente al senso di direzione della pietra, su tutta la superficie di ghiaccio toccata da questa, e in modo che l’ultimo movimento della scopa sia verso l’esterno; 4) quando l’azione è svolta da scopa scozzese (brush), nessuna parte del suo manico deve trovarsi al di sopra della pietra. Il punteggio si basa su cinque regole: 1) a ciascuna squadra si assegna un punto per ogni pietra più vicina al centro dei cerchi (button) di qualsiasi altra appartenente alla squadra avversaria; 2) ogni pietra che si trova dentro il cerchio esterno oppure lo tocca è assegnabile come punto; 3) le misure sono prese dal centro dei cerchi alla parte più vicina della pietra; 4) se due o più pietre sono ugualmente vicine al centro da rendere impossibile l’impiego del compasso misuratore per stabilire il punteggio, la mano è considerata nulla, ovvero l’ulteriore punto non viene assegnato; 5) una mano viene dichiarata conclusa nel momento in cui i due skips, o i loro vice, sono d’accordo circa il punteggio. (contributo treccani.it)