Renzi all’attacco dei sindacati: “scandalosi” su Alitalia e Pompei

Renzi all’attacco dei sindacati: “scandalosi” su Alitalia e Pompei
25 luglio 2015

di Enzo Marino

Nuovo attacco del premier all’indirizzo dei sindacati, prendendo spunto dalla recentissima cronaca fatta anche di scioperi e assemblee improvvise. Nelle sue enews, infatti, Matteo Renzi ha definito “scandalose” le iniziative sindacali che hanno in questi giorni bloccato molti voli Alitalia e l’ingresso dei visitatori a Pompei. Ma il presidente del Consiglio ha assicurato: “Continueremo a lavorare… Nonostante loro”. Per Renzi “fa male” vedere che “dopo tutto il lavoro fatto per salvare il sito e quindi i posti di lavoro a Pompei, un’assemblea sindacale blocca all’improvviso migliaia di turisti sotto il sole. Oppure vedere che dopo le nottate insonni per coinvolgere Etihad e evitare il fallimento di Alitalia, gli scioperi dei lavoratori di quell’azienda rovinano le vacanze a migliaia di nostri concittadini”. Il premier ha poi chiarito che, “per evitare le polemiche di domani, nessuno mette in discussione il diritto all’assemblea sindacale o allo sciopero. Sono diritti sacrosanti. Ma – ha sottolineato – c’è anche bisogno di buon senso e di ragionevolezza, di responsabilità e di rispetto”.

Renzi ha sostenuto, riferendosi in particolare al sito archeologico campano, che “in un momento come questo tenere migliaia di turisti venuti da tutto il mondo, sotto il sole per un’assemblea sindacale a sorpresa significa volere il male di Pompei. Significa fare il male di Pompei. Io non ce l’ho con i sindacati. Ma se continua così – ha ammonito – dovremo difendere i sindacati da se stessi. L’assemblea di ieri a Pompei, in quelle modalità, in quelle forme, è semplicemente scandalosa. Continueremo a lavorare per Pompei, nonostante loro”. “Provo una rabbia incontenibile quando vedo le scene di ieri a Pompei”, aveva commentato in precedenza Renzi nella rubrica di lettere su L’Unità, dove sempre in tema di rapporti sindacali aveva scritto: “Quando è possibile noi siamo in prima linea al fianco dei sindacati, come ieri con la risoluzione della vicenda Whirlpool. Ma se su alcune cose non siamo d’accordo non lasciamo a loro il diritto di veto. Se siamo convinti, andiamo avanti”. E ancora: “Troppo spesso il nostro Paese si è bloccato per colpa dei veti”. Secondo il premier, se la riforma del lavoro fosse stata realizzata quando l’hanno fatta Germania e Gran Bretagna, con Schroeder e Blair, “saremmo un Paese molto più competitivo adesso. Invece non è stato possibile e abbiamo dovuto aspettare il nostro governo nel 2015. Ma proprio per questo non abbiamo permesso ai sindacati di bloccare il progetto: era legittimo non pensarla allo stesso modo ma era un dovere per noi decidere e andare avanti”.

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