Renzi archivia Marino e spera nel Giubileo per riprendere Roma

di Giuseppe Novelli

Chiusa la partita con Ignazio Marino, Matteo Renzi prova a rimettere insieme i pezzi del Pd a Roma e guarda al Giubileo come chance per provare a ribaltare l’immagine negativa degli ultimi mesi. “Faremo di tutto per fare del Giubileo con Roma ciò che è stato l`Expo per Milano”, ha detto Renzi. “Questa pagina si è chiusa, ora basta polemiche, tutti al lavoro”. Renzi va ripetendo che ora si tratta innanzitutto di fare il possibile per recuperare quel “rapporto con la città” che l’ormai ex sindaco ha compromesso e per questo motivo procederà immediatamente con la nomina del commissario e, subito dopo, con la scelta di quel ‘dream team’ che dovrà rappresentare la faccia del governo nella capitale.  Un’operazione, quasi disperata, di riconquista dei romani, che tutti i sondaggi danno al momento in fuga dal Pd. Solo a gennaio-febbraio, spiegano parlamentari vicini a Renzi, il premier valuterà gli effetti dei primi mesi di commissariamento e deciderà come giocare la partita della candidatura a sindaco e delle alleanze. “Ora c’è da ricostruire – dice più di un parlamentare renziano – e in questo momento non ha senso proporre una candidatura a qualcuno”. Ciò non esclude che si facciano arrivare segnali a Beatrice Lorenzin, tramite Maria Elena Boschi, o ad Alfio Marchini, tramite Matteo Orfini: entrambi divenuti possibili candidati su cui convergere, almeno nei retroscena. Difficile che sia l’una che l’altro possano davvero diventare i candidati del Pd – Orfini lo nega esplicitamente – ma c’è da avviare un percorso ed evitare, per esempio, che Marchini scivoli tra le braccia di Silvio Berlusconi.

Ma, soprattutto, bisogna “dare un segnale” ai cittadini, va ripetendo il premier. Bisogna cogliere l’occasione del Giubileo con la nomina di una squadra, il ‘dream team’ appunto, che possa “fare comunicazione”, come dice un renziano. Alcuni fanno addirittura nomi come quelli di Francesco Rutelli e Walter Veltroni, tra quelli da coinvolgere nel ‘dream team’, ma Renzi finora ha evitato di ricorrere a figure che hanno avuto ruoli di primo piano negli anni scorsi. Solo se e quando avrà successo la ‘mission impossible’ del prefetto Franco Gabrielli e del ‘dream team’, Renzi valuterà quale partita giocare per le elezioni in Campidoglio. Se il lavoro dei primi mesi di Giubileo sarà positivo e se il Pd ritroverà un minimo di unità, Renzi potrebbe provare “a mettere un candidato espressione del renzismo e a spendersi direttamente in campagna elettorale”, dice un parlamentare a lui vicino. Qualcuno, nel partito, vedrebbe bene un nuovo “schema di centrosinistra”, magari intorno a Fabrizio Barca. La minoranza, invece, teme il “partito della nazione alla romanesca”, e non a caso già sono partiti gli avvertimenti: “Sono sicuro che gli elettori del centrosinistra sceglieranno una personalità di centrosinistra, non di centrodestra. Le primarie sono il migliore antidoto al Partito della nazione”, ha detto Roberto Speranza. Renzi, per ora, vuole provare a ricostruire l’immagine del Pd a Roma.

 

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