Renzi-Berlusconi: ok Italicum. “Accantonamento” tattico

Renzi-Berlusconi: ok Italicum. “Accantonamento” tattico
12 novembre 2014

Nei banchi di Forza Italia, per dare un quadro della situazione, si fa ricorso a un termine tipico del linguaggio legislativo parlamentare: accantonamento. Ovvero la tecnica che si usa quando un punto del provvedimento resta controverso ma si decide comunque di andare avanti nell’iter. Perche’ il comunicato che segue il vertice “definitivo” tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sulle modifiche all’Italicum, dice due cose semanticamente inconciliabili: 1) il patto del Nazareno e’ “piu’ vivo che mai” e la legge elettorale sara’ approvata dal Senato entro dicembre; 2) ancora non e’ stato deciso se il premio di governabilita’ andra’ alla lista o alla coalizione e se lo sbarramento minimo sara’ mantenuto al 3% come da accordo di maggioranza. Non proprio due particolari ininfluenti, insomma. E, peraltro, i due punti su cui dentro Forza Italia c’e’ piu’ discussione. Accordo, invece, sull’innalzamento della soglia per il premio al 40% e l’aumento fino a 100 dei collegi con capilista bloccati e preferenze a seguire. Ma la formula adottata consente a entrambi i contraenti di poter dire di aver portato a casa un successo.

Il premier, infatti, puo’ rivendicare (anche di fronte alla Direzione e ai dubbi della minoranza) di aver ottenuto nero su bianco l’accelerazione dei tempi. Il Cav puo’ invece dirsi soddisfatto di essere rimasto in partita ma anche di non aver subito diktat, cosi’ come aveva promesso agli azzurri durante la riunione dell’Ufficio di presidenza. Inoltre, la formula “ibrida” scelta alla fine dell’incontro continua a tenere in partita Angelino Alfano che, non a caso, commenta su Twitter con un “bene, molto bene, avanti cosi'”. Ma dietro le parole restano pur sempre i due nodi non secondari rimasti in sospeso: sbarramento e premio alla lista. Da Forza Italia fanno trapelare che su questi punti si “valutera’” in corso d’opera, ovvero durante l’iter parlamentare che a palazzo Madama riprendera’ la prossima settimana. Ma sia parlamentari azzurri che in questi giorni si sono occupati molto da vicino del dossier che fonti di governo sono pronti a scommettere che tra Renzi e Berlusconi il punto di caduta sia stato gia’ trovato, solo che non era questo il tempo e il modo giusto per dirlo.

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E il punto di caduta sarebbe né piu’ né meno che lo stesso di cui si vociferava gia’ nelle ultime ore: il leader di Forza Italia avrebbe ceduto sul premio alla lista (piu’ inviso ai suoi parlamentari che a lui, per la verita’) ma intanto ha gia’ ottenuto l’aumento a 100 dei collegi e dunque dei capilista ‘nominati’ dalle segreterie dei partiti. E in un secondo tempo, dovrebbe ottenere un innalzamento dello sbarramento al 4 (o 4,5%). La pax interna siglata ieri con Fitto, d’altra parte, dovrebbe consentire a Berlusconi di gestire in maniera problematica questo approdo. Il resto lo fa l’orizzonte della legislatura, ancora una volta ribadito nero su bianco nel comunicato congiunto di Fi e Pd, che viene confermato al 2018. L’ansia da perdita del seggio, insomma, e’ dilazionata.

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