“Il jobs act non e’ la migliore legge possibile ma e’ quella che ha inciso di piu’, perche’ ha fatto ripartire l’occupazione, purtroppo soltanto al nord. Dobbiamo farla ripartire anche al sud”. Prende coscienza dei fatti Matteo Renzi, bocciando in sostanza la sua riforma, che ha tanto decantato, nel giorno in cui celebra i mille giorni del suo governo. Parla anche del referendum, ovviamente, il premier sfidando i sondaggi, che danno unanimemente in vantaggio il No. Un po’ perché “nel 2016 non ci hanno mai preso e non vedo perché dovrebbero iniziare il 4 dicembre…”, ma soprattutto perché “c’è un numero incredibile di indecisi” che alla fine andrà a votare: “Azzardo una previsione, voteranno in tanti, 25-30 milioni.
E siccome c’è una grande voglia di cambiamento in Italia, penso che prevarrà il Sì”. Sapendo che la partita, “ancora del tutto aperta”, si giocherà “nell’ultimo miglio”, nei giorni immediatamente precedenti la consultazione. E a quel punto, è la convinzione di Renzi, “la maggioranza silenziosa voterà sul merito del quesito, non su altro”, che sia il governo o il combinato disposto con la legge elettorale. Tradotto: “E’ fondamentale portare tanta gente a votare, in termini percentuali il 60%. Scommetto che si vince con 15 milioni di voti”. L’obiettivo resta dunque quello di spiegare “le tante buone ragioni del Sì”, anche nel giorno in cui Bankitalia osserva segnali di “forte volatilità” dei mercati. “Credo che sia fisiologico che in presenza di una possibile novità politica quale essa sia, vi sia una fibrillazione dei mercati. Ma chiarisco in modo molto forte che chi sostiene il Sì non deve giocare la partita della paura per cosa succederebbe con il No, ma le buone ragioni per il Sì. E’ fisiologico – ribadisce – ma non è la carta che intendiamo giocare politicamente. Se ce la giochiamo evocando le paure non andiamo da nessuna parte”. Ma è evidente che la possibilità per il governo di continuare a scalare le classifiche di longevità passa tutta per il 4 dicembre. Perché in caso di vittoria del No “verificheremo la situazione politica”, dice con una frase dal sapore antico. “Rispetteremo la volontà popolare con grande tranquillità”, anche se “questo referendum non è su di me”.