Prosegue serrato il confronto sulla riforma della legge elettorale la cui regia è assunta ormai dal segretario del Pd Matteo Renzi, in vista della direzione convocata per martedì prossima per la scelta definitiva dei dem sul sistema elettorale da sostenere nelle votazioni da mercoledì in prima commissione alla Camera. E poi, secondo il rullino di marcia di Matteo Renzi, a metà giugno in aula a Montecitorio. In modo da avere il verdetto defintivo (e incerto) di palazzo Madama entro il mese di luglio. Quanto serve per presentare prima della pausa estiva di agosto a Sergio Mattarella il risultato – positivo o negativo che sia- della verifica parlamentare sulla riforma elettorale ordinata dal Quirinale quale condicio sine qua non per tornare a votare. Domani scadono i termini per la presentazione degli emendamenti in prima commissione alla Camera sul cosidetto Rosatellum (un Mattarellum bis con 50% di maggioritario e 50% di proporzionale senza voto disgiunto e con soglia di sbarramento) che da inizio settimana, con il deputato Pd Emanuele Fiano nel ruolo di novello relatore, è formalmente il testo base su cui lavorare. Ma da domani, sotto forma di emendanenti, agli atti della commissione ci sarà anche la possibilità di trasformare il Rosatellum in sistema elettorale tedesco proporzionale grazie agli emendamenti che sta per depositare Forza Italia.
Gli emendamenti ‘tedeschi’ al Rosatellum sono la conseguenza del placet pubblico di Silvio Berlusconi a un patto politico che abbini sistema tedesco ed elezioni anticipate in autunno. Al quale Gianni Letta e Luca Lotti per primi hanno lavorato per far convergere su testi e consenso politico Berlusconi e Renzi e che lo stesso Berlusconi sta ora caldeggiando a Matteo Salvini e Giorgia Meloni per portare alla firma il centrodestra unito. Entro martedì le carte di tutti i gruppi parlamentari dovranno essere scoperte. Per questa ragione il capogruppo Pd Ettore Rosato ha annunciato oggi per lunedì incontri pubblici con tutte le forze politiche. M5s, a differenza del passato, non si sono chiamati preventivamente fuori ma chiedono garanzie che evitino che il proporzionale tedesco all’italiana risulti una legge che preventivamente escluda. “Non ci può essere – ha detto Di Maio- una legge elettorale che esclude la forza politica che oggi ha più consenso. Noi vogliamo vedere i testi e li valuteremo. Con noi non può esserci alcun inciucio. Come non può esserci un’inciucio solo per fare fuori noi”. Ed Mdp – che da oggi a causa del possibile ripristino nella manovrina di alcune tipologie di vaucher- non dice di no. Con loro, come con Ap, sono per ora previsti da parte Pd incontri fra delegazioni parlamentari. Ma con Forza Italia “non abbiamo ancora deciso se a livello parlamentare o di partito” , ha puntualizzato Rosato. Perchè è possibile che Renzi e Berlusconi tornino a incontrarsi faccia a faccia se ci saranno condizioni e numeri per l’accordo di fine legislatura sulla legge elettorale. Pronti questa volta, ove gli altri leader disponibili, a un patto del Nazareno 2 che però non sia solo a due. Da quante e quali saranno lunedì’ sera le possibili firme dipende la proposta che Renzi farà martedì alla direzione. Andrea Orlando, che oggi ha tenuto a battesimo la propria corrente e ha incontrato Renzi, ha detto chiaramente a Renzi che l’unità del Pd dipende in larga parte da quello. Così come Renzi gli ha risposto che la sua segreteria bis vuole essere molto diversa dalla prima. Perchè intende coinvolgere tutti prima delle decisioni ma che, una volta prese le decisioni, non potrà esserci il cannoneggiamento con fuoco amico come avvenuto fino alla scissione di Mdp
