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Renzi, Casini e Sbarra rilanciano la “Sinistra sociale”. La Dc oramai va messa in soffitta

Il dibattito sembrerebbe avere un tono accademico, una discussione sulla “Sinistra sociale”, che è il titolo del libro di Giorgio Merlo dedicato alla componente progressista del mondo cattolico, ma la riflessione – inevitabilmente – diventa spunto ragionamenti molto attuali che finiscono, nemmeno troppo velatamene, per mettere in discussione l’attuale assetto politico italiano. Alla presentazione del volume partecipano Matteo Renzi e Pier Ferdinando Casini, il leader Cisl Luigi Sbarra, monsignor Luigi Paglia e Gianfranco Astori, consigliere per l’informazione del presidente Sergio Mattarella e dagli interventi emerge un forte richiamo a non disperdere e, se possibile, a riprendere gli insegnamenti di quel filone politico.

Perché, come premette Merlo, “la sinistra sociale non è stata solo una delle tante correnti della Dc, questa area politica e culturale storicamente ha rappresentato un pezzo della società italiana. Rappresentava interessi legittimi, il mondo del lavoro, le Pmi i ceti popolari e aveva una straordinaria valenza politica”. Niente a che fare con “la politica delle mance” praticata negli ultimi tempi da molti governi. Astori ricorda per esempio la “visione multi-lateralista in politica estera”, aggiungendo che “il tema della pace è uno dei temi che potrebbe caratterizzare oggi una responsabilità di lettura di quanto oggi avviene”. Quindi, sottolinea un tratto caratteristico della sinistra sociale, “l’affermazione delle autonomie – locali, culturali, funzionali – l’affermazione del principio della libertà” e richiama “le battaglie democratiche realizzate in questo paese, a partire dal governo Tambroni che vide Pastore dimettersi, i ministri della sinistra democristiana dimettersi immaginando che si andava verso una involuzione democratica del nostro paeseà In tutte quelle occasioni avete trovato gli uomini della sinistra cattolica pronti a difendere la Costituzione”.

Del resto, sottolinea monsignor Paglia, “il cristianesimo per sua natura è sociale. Purtroppo non è stato così nel continuo degli anni. La Chiesa ha il compito di fermentare l’intera società, perché chiesa e società si co-appartengono”. Ma, lamenta, “manca oggi in Italia una visione del paese che unisce e susciti passioni collettive” e nonostante ciò “i cattolici in Italia restano un punto di forza”. Il leader Cisl Sbarra denuncia come oggi “il sistema” sembri “un gigantesco ring in cui ci si affronta a colpi di battute anziché invece misurarsi sul terreno dei contenuti e delle scelte. Prevale la contrapposizione fine a sé stessa, ognuno pensa a rafforzare i propri recinti senza guardare all’interesse generale. In questo senso sì che servirebbe un vero protagonismo al centro dell’area politica nel segno di una moderazione che consenta di intercettare questo disagio diffuso che c’è nel paese”.

 

“Il Pd che avete costruito non c’è più”

 

In questo senso auspica un “sindacato che rifugge il populismo sociale e che si assume la responsabilità delle scelte giuste anche quando non sono popolari nei sondaggi” ed evoca un “nuovo e moderno patto sociale per la crescita, la sviluppo”. Un grande equivoco, secondo Renzi, è quello indotto “dai 5 stelle”, l’idea che la discussione debba essere “tutta sul tema della povertà. Solo sulla povertà. Mia impressione è che la vera emergenza sociale oggi non sia la povertà. Non è mai diminuita come in questa stagione della storia del mondo. La questione sociale di oggi è che il ceto medio sta sparendo e non se ne parla più. Dov’è un luogo in cui si discute di queste cose? Non c’è!”. E, avverte rivolto ad Arturo Parisi presente in sala, “il Pd che avete costruito voi non c’è più, perché non c’è l’atto costitutivo che erano le primarie. Oggi la classe dirigente del Pd sembra uscita – lo dico col massimo rispetto – più da un collettivo dell’occupazione studentesca…”.

Sarebbe però un errore immaginare di riportare in vita la Dc, avverte Casini. “Merlo ha ottenuto un grande risultato: avviare una riflessione. Il lascito della Dc è uno, una democrazia inclusiva. Questo è stato possibile anche grazie al ruolo della sinistra sociale nella Dc”. Il punto è che “la Dc muore ma vince”, perché alcuni suoi valori portanti sono diventati patrimonio comune, dall’approccio interclassista ai problemi alla collocazione internazionale del Paese. “Merlo dice che è stato fondamentale il ruolo di una sinistra sociale che ha contestato idea che il monopolio del mondo del lavoro possa essere portare avanti dalla sinistra. La sinistra sociale ha avuto un merito enorme, soprattutto in ordine a conquiste sociali su cui è stata sprone”. Ma, conclude l’ex presidente della Camera, “la cosa più assurda e che mi rattrista di più è quando vedo certi tentativi di cui parlano i giornali ‘rifacciamo la Dcà’ Le grandi storie possono affrontare tutto, anche l’oblio, ma non il ridicolo”.

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