Dopo Renzi c’è Renzi, priorità a legge di bilancio. Consultazioni la prossima settimana

CRISI DI GOVERNO I numeri per arrivare ad un via libera in tempi rapidi ci sono. In meno di dodici ore il premier è salito due volte al Colle

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Due incontri in poche ore, scanditi da una serie di telefonate a ritmo incalzante e contrassegnati da un clima sereno e, come si direbbe in diplomazia, aperto. Matteo Renzi sale al Quirinale in tarda mattinata e poi anche nel tardo pomeriggio. La prima volta non ha ancora smaltito l’emozione tradita quando, la notte precedente, ha dovuto ammettere la sconfitta e annunciato che avrebbe lasciato Palazzo Chigi. Una mossa irrituale, ai limiti del protocollo, che il Colle avrebbe voluto veder compiere semmai a mente un po’ piu’ fredda, magari nella mattina di ieri, dopo alcune ore passate a decantare gli effetti psicologici della sconfitta. Invece Renzi ha deciso una volta di piu’ di accelerare i tempi, sin da subito, e quando si e’ presentato nello Studio alla Palazzina ha dato mostra di avere idee gia’ ben sedimentate e difficili da scalfire. Ne e’ nato un dialogo serrato, il piu’ serrato tra il Colle e Palazzo Chigi da quando Mattarella siede al Quirinale.

Le divergenze iniziali non erano solo questione di forma. Nella sostanza il Presidente della repubblica, che pochi giorni fa tesseva l’elogio della suadente capacita’ di convincere senza alzare la voce, riteneva le dimissioni non certo un atto automatico. Una cosa e’ il referendum, una cosa il governo. Ma se la conclusione politica della vicenda referendaria ispirava a Renzi il desiderio di lasciare Palazzo Chigi, almeno si rispettassero le scadenze istituzionali piu’ impellenti. Da Bruxelles l’Eurogruppo ha mandato a dire fin dalla prima mattina che la legge di bilancio deve essere approvata, salvo modifiche in un secondo momento. I mercati ieri non sono andati male, ma diversa potrebbe essere la loro reazione di fronte, piu’ che ad una crisi, al ricorso all’esercizio provvisorio. Meglio evitare tutto questo. L’immancabile compromesso ha visto Renzi tornare verso Palazzo Chigi con la ragionevole certezza che la sua permanenza fosse destinata ad essere sostanzialmente breve. Cosi’ alle 19 inizia il Consiglio dei ministri per quello che di fatto e’ l’ultimo atto politico dell’esperienza dell’attuale governo.

Quindi il premier sale ancora al Quirinale, e la maggior parte del suo secondo colloquio con il Capo dello Stato e’ dedicata a scegliere con cura e meticolosita’ le parole del comunicato finale, che sara’ diramato dalla Presidenza della Repubblica ma il cui testo e’ sostanzialmente concordato. Renzi, si legge nel linguaggio preciso ed un po’ burocratico della nota, “ha comunicato di non ritenere possibile la prosecuzione del mandato del Governo e ha pertanto manifestato l’intento di rassegnare le dimissioni”. E Mattarella, “considerata la necessita’ di completare l’iter parlamentare di approvazione della legge di bilancio onde scongiurare i rischi di esercizio provvisorio, ha chiesto al Presidente del Consiglio di soprassedere alle dimissioni per presentarle al compimento di tale adempimento”. Si chiama congelamento delle dimissioni, ed ha un illustre precedente nelle ultime settimane del governo Monti, episodio compulsato dagli esperti nelle carte d’archivio del Colle da una settimana a questa parte.  Resta ora da vedere quanto ci vorra’ ad approvare la legge di bilancio. E’ gia’ stata approvata alla Camera, attualmente si trova al vaglio del Senato. I numeri per arrivare ad un via libera in tempi rapidi ci sono.

Oggi la capigruppo la incardinera’ e si andra’ avanti a tappe forzate, senza escludere il ricorso ad un voto di fiducia. Una fiducia, sia chiaro, tecnica e non politica: non costituira’ alcun precedente che possa influenzare le scelte successive. Sussiste un minimo di rischio di allungamento per il fatto che Palazzo Madama potrebbe apportare al provvedimento poche ma importanti modifiche, sicche’ si renderebbe necessario un ritorno alla Camera. Ma si tratterebbe al massimo di un giorno in piu’. Secondo i calcoli dei bene informati, tutto giungera’ a conclusione lunedi’, al massimo martedi’. Una settimana, insomma. Nel frattempo il Quirinale conferma gli impegni pubblici di Mattarella da qua a domenica. Poi si vedra’. Ma le consultazioni non arriveranno oltre il mercoledi’, quando la legge di bilancio sara’ stata approvata, i mercati saranno placati e si potra’ ragionare tutti, meglio, a mente fredda.