Renzi continua a tacere su De Luca, e il Pd esplode. Il governatore avverte: sono pienamente autonomo
POLITICA E GIUSTIZIA Nel partito cresce il malumore nei confronti del presidente della Campania. Lunedì confronto a Napoli tra i big Democratici di Enzo Marino
di Enzo Marino
Matteo Renzi continua nella linea attendista anche se le notizie su Vincenzo De Luca apparse sui giornali continuano a preoccupare il premier. Tuttavia, la linea resta quella di aspettare maggiori elementi. Il problema, per il leader Pd, è che nel partito cresce il malumore nei confronti del governatore: non solo Andrea Orlando è tornato a criticarlo, iieri si sono incontrati al Nazareno i deputati campani dando voce a parecchie rimostranze e fissando un nuovo incontro per lunedì mattina alle 9, a Napoli, al quale sono invitati tutti i parlamentari Pd campani, gli eurodeputati e i consiglieri regionali. Ordine del giorno: la situazione che si è aperta con l’indagine sulla presunta sentenza pilotata e, in generale, il rapporto con De Luca. Un rapporto che “non funziona”, dice uno dei partecipanti dell’incontro. Un copione che assomiglia sempre più a quello che ha portato alle dimissioni di Ignazio Marino. Viene messo in discussione non solo il ruolo di De Luca nella vicenda oggetto dell’inchiesta, ma anche la sua azione politica: “C’è clima di conflittualità tra il partito e lui, un rapporto che non funziona. Lunedì dovremo parlare di questo…”. Una situazione che si fa incandescente, per Renzi, se si considera che sull’altro fronte De Luca ha già rilanciato con una serie di avvertimenti. Ieri, quando gli è stato chiesto di commentare il silenzio del Pd sulla vicenda, il governatore ha risposto così: “Io sono pienamente autonomo, non sono adottato da nessuno, sono capace di intendere e volere da solo”. E poi: “Chi pensa di fare un assedio riceverà secchiate di olio bollente in testa”.
Proprio quello che Renzi vorrebbe evitare, un bis del braccio di ferro vissuto con Ignazio Marino, questa volta però con un osso duro come De Luca dall’altra parte del tavolo. Anche perché De Luca, a differenza di Marino, in Campania conta su tanti voti. Per questo il premier cerca di attendere gli sviluppi delle indagini, nella speranza che la vicenda “si risolva da sola”, come dice un renziano doc, possibilmente con il chiarimento della posizione di De Luca. Ma anche in caso contrario, ovvero se emergessero elementi a carico del presidente, sarebbe più semplice arrivare ad una soluzione. Ciò che Renzi non vuole, invece, è che l’inchiesta diventi il pretesto per mettere in discussione De Luca anche dal punto di vista politico. Il problema è che più passano le ore e meno la faccenda sembra possa risolversi “da sola”. Anzi. La convocazione degli eletti campani per lunedì sembra il preludio ad una messa in stato d’accusa di De Luca, un processo politico che, appunto, potrebbe mettere in discussione il rapporto tra il governatore e la sua stessa maggioranza, proprio come accaduto con Marino. Proprio quello che Renzi vorrebbe evitare.