Prima impegnarsi per vincere ai ballottaggi, poi mettere mano alla segreteria del Pd. Dopo il risultato non esaltante uscito dalle urne di ieri, il premier-segretario Matteo Renzi, secondo quanto confermano fonti a lui vicine, avrebbe deciso che è il momento di apportare qualche modifica all’organizzazione del partito. Renzi è consapevole che il voto, che pure non è stata una “debacle”, ha messo a nudo alcuni problemi del Pd, con il caso macroscopico di Napoli, ma non solo. Adesso, però, non è il momento di intervenire, anche perché un bilancio definitivo potrà essere fatto solo dopo il secondo turno. Il partito adesso deve essere il più possibile unito per i prossimi quindici giorni, per cercare di portare a casa risultati positivi nella seconda tornata. Ma poi Renzi interverrà. Di certo, Renzi non è contento del risultato delle Comunali, il segretario del Pd lo ripete nella newsletter inviata ai propri sostenitori, aggiungendo però che M5s va al ballottaggio “in venti comuni sui 1.300 in cui si votava”. Scrive Renzi: “Come ai vecchi tempi il giorno dopo le elezioni hanno vinto tutti. Tutti sorridono davanti alle telecamere per dire che loro sì che hanno trionfato, signora mia. Spiacente, io non sono fatto così. E l’ho detto chiaro: non sono contento, avrei voluto di più. Non sarò mai un pollo di allevamento della politica che ripete le stesse frasi banali ogni scrutinio”. “Intendiamoci – prosegue – il Pd rimane saldamente in testa, i suoi candidati stanno intorno al fatidico 40% in molte città, siamo l’unico partito nazionale. Cinque stelle che canta vittoria governa in appena 17 comuni (compresi espulsi, sospesi e disconosciuti) su ottomila, cui vanno aggiunti altre quattro municipalità ieri. Il movimento di Grillo e Casaleggio è andato al ballottaggio in venti comuni sui 1.300 in cui si votava. La Lega crolla, Salvini sta sotto il 3% a Roma ed è doppiato da Berlusconi a Milano, doppiato! Forza Italia esiste ancora e ottiene risultati positivi a Napoli, Milano, Trieste. Ma scompare da Cagliari a Torino, da Bologna a Roma. La sinistra radicale che per mesi ci ha spiegato come funzionava il mondo non entra in partita né a Roma, né a Torino dove aveva scommesso tanto”.
Continua Renzi: “Ma una volta che abbiamo fatto questa lunga analisi del voto, per me cambia poco perché non è che ‘mal comune mezzo gaudio’: continuo a non essere contento. A Napoli città il Pd praticamente non c’è dal 2011: finita la fase del ballottaggio proporrò alla direzione un commissariamento coraggioso. A Roma Giachetti ha fatto mezzo miracolo a riportarci al ballottaggio: non escludo che riesca a fare anche l’altro mezzo, ma deve recuperare dieci punti di svantaggio. Olimpiadi, sicurezza, capacità di guidare una macchina complessa come il Comune di Roma: se la giocheranno su questo. Temi amministrativi, insomma, non di politica nazionale”. In ogni caso “che non sia un dato nazionale, del resto, si vede chiaramente dalla geografia: zone anche limitrofe vedono risultati molto diversi. È ovvio. Gli italiani sanno votare, sono liberi, scelgono di volta in volta. Fanno zapping in cabina elettorale perché non è più tempo di indicazioni dall’alto dei partiti. E quindi può accadere di tutto, come in realtà è accaduto a questo primo giro. Dunque: onore ai sindaci eletti al primo turno, in bocca al lupo a chi corre per il secondo giro e un caloroso abbraccio a chi continua a urlare ‘Ho vinto!’ anche quando la realtà dice un’altra cosa. Ma proprio perché non sono come gli altri a me la scenetta di dire che ‘abbiamo non perso’ non è mai riuscita e non riuscirà mai. Possiamo e vogliamo fare meglio, lo faremo. Punto”.
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