Domani l’incontro con Albert Rivera, il leader di Ciudadanos, formazione politica spagnola emergente, mercoledì la direzione del partito con al centro il programma elettorale del Pd. Sono giorni di grande lavoro per Matteo Renzi, alle prese con la chiusura delle alleanze e delle liste elettorali. Renzi dunque domani pranzerà a Roma con Rivera, che ha chiesto il faccia a faccia con il segretario Dem e che vedrà anche, in appuntamenti separati, il centrista Pier Ferdinando Casini e Benedetto Della Vedova della lista +Europa con Emma Bonino. Ciudadanos, primo partito alle ultime regionali in Catalogna, è di ispirazione liberale, anti-separatista ed europeista e il suo leader vuol prendere contatti con gli esponenti del centrosinistra italiano. L’attenzione del Pd però, dopo gli appuntamenti di Torino e Milano del fine settimana, è rivolta verso la direzione che si terrà mercoledì alle 18 (slittata di un giorno rispetto a quanto previsto inzialmente). Al centro della riunione ci sarà il programma, su cui ha lavorato Tommaso Nannicini, docente di economia e già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Al Nazareno, però, in questi giorni si lavora per chiudere la partita delle alleanze e delle liste elettorali. Per quanto riguarda il primo tema, il possibile accordo con la lista +Europa è ancora in sospeso. Domani mattina ci sarà un incontro al Nazareno che potrebbe essere decisivo.
“Il problema – ha ribadito oggi Emma Bonino – è se si valorizza o no l’apporto politico di +Europa. Di seggi non ne abbiamo mai parlato, non è questo il problema. Il problema è la valorizzazione di una politica, questa è la discriminante”. Dal Pd, invece, definiscono difficile un accordo con i verdiniani (con il simbolo del Pri), che pure hanno proposto un ‘apparentamento’. Che però tra i Dem non pochi ritengono potenzialmente “scivoloso”. Chiuso il capitolo delle alleanze, o contemporaneamente, c’è da sistemare la partita sulle liste. Il dossier è nelle mani, principalmente, del ministro dello Sport Luca Lotti, che deve trovar la quadra in una situazione che vede non moltissimi collegi sicuri e altri in bilico. Proprio questi ultimi sono ritenuti fondamentali: la scelta di un buon candidato potrebbe far spostare l’ago della bilancia. C’è poi da affrontare la questione delle deroghe, cioè di quei parlamentari con almeno 15 anni in Parlamento che, secondo lo statuto, non potrebbero essere ricandidati. Una situazione che riguarda molti ‘big’, tra cui il premier Paolo Gentiloni, i ministri Dario Franceschini, Marco Minniti, Roberta Pinotti. L’intenzione di Renzi è di schierare nella competizione i membri del governo, per ribadire l’idea di un Pd che fa gioco di squadra. Per gli altri le eccezioni non saranno molte. askanews