Renzi a Lampedusa: l’isola no sinonimo immigrati ma luogo dove vivere bene

IL VIAGGIO DEL PREMIER Il presidente del Consiglio ha lanciato un appello affinché l’isola delle Pelagie possa essere rilanciata per le sue straordinarie perle paesaggistiche e naturali di Andrea Tuttoilmondo

renzi nicolini

di Andrea Tuttoilmondo

renzi nicolini2“Lampedusa adesso chiede di essere considerato per quello che è: la porta d’Europa certo, ma anche e soprattutto un luogo nel quale potere vivere bene con spazi di bellezza da toccare con mano”. Il senso della visita lampo del presidente del Consiglio Matteo Renzi oggi a Lampedusa è racchiusa in questa frase. Un appello affinché Lampedusa possa essere rilanciata per le sue straordinarie perle paesaggistiche e naturali, e non sia esclusivamente sinonimo di immigrazione. Renzi, che era accompagnato dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, è atterrato sulla maggiore delle Pelagie poco prima delle 16 di oggi venerdì Santo, e ad accoglierlo sotto la scaletta dell’aereo ha trovato il sindaco dell’isola, Giusy Nicolini, e il prefetto di Agrigento Nicola Diomede. Si è trattato della sua prima sortita sull’isola da quando è Presidente del Consiglio. In precedenza era già stato a Lampedusa nel dicembre del 2013, da segretario del Pd. Oltre al sindaco, Renzi ha incontrato alcuni rappresentanti dei cittadini nella sede del comune dell’isola, e a loro il premier ha detto che “Lampedusa deve essere un luogo vivo e vissuto, non è la periferia d’Italia. Quando siamo andati a Tunisi ci hanno detto: siamo più vicini noi all’Italia che Lampedusa. Per noi è così centrale oggi essere qui. Servono risposte concrete”.

Quindi il premier ha tenuto una breve conferenza stampa, dalla quale ha lanciato un messaggio all’Europa: “Questa non è una lontana periferia lontana dagli occhi dell’Europa. Questo è un luogo di rara bellezza che ha unito la bellezza fisica e geografica dei luoghi alla bellezza dei propri abitanti. Che ha permesso di salvare centinaia di migliaia di vite. Guai a pensare che di fronte alle grandi emergenze del nostro tempo si possa far finta di niente o essere superficiali. I lampedusani – ha proseguito Renzi – ci hanno insegnato come si fa a rimanere umani. Il compito di tutta l’Europa è affrontare le questioni tenendo insieme la nostra identità, la nostra cultura, con i nostri valori. E a Lampedusa lo sanno fare bene”. Accanto a Renzi c’era Giusy Nicolini, che ai giornalisti ha spiegato: “E’ una bellissima giornata per me e per Lampedusa. Non c’è nessuna emergenza, e il presidente è venuto per un solo motivo, Lampedusa. Colgo e accetto questo gesto come un gesto di grande attenzione e vicinanza a una comunità che deve ancora conquistare gradini di civiltà, di normalità, nella vita quotidiana, anche se ha saputo dare esempi di coraggio e fatica per anni. Abbiamo chiesto di continuare a starci vicino, sostenere con azioni concrete l’economia dell’isola. Quello che a noi serve è ridurre la distanza dal resto del Paese e dall’Europa. Un riscatto dalla frontiera”. Subito dopo la conferenza, Renzi ha raggiunto l’area marina protetta della spiaggia dei Conigli, dove si è soffermato una quindicina di minuti. Qui ha avuto modo di apprezzare uno dei paesaggi più suggestivi del Mediterraneo. Prima di riprendere il volo, infine, un ultimo passaggio alla Porta d’Europa: simbolo della straordinaria opera d’accoglienza realizzata dall’isola. In aeroporto una nota di colore. Il premier ha infatti ritirato e portato via la sagoma che lo ritrae, e che era stata lasciata alcuni mesi fa dal conduttore della trasmissione “Gazebo”, Diego Bianchi, per indicare come secondo “Zoro”, il premier non sarebbe mai venuto sull’isola.