C’è la Merkel dietro gli attacchi dell’Europa a Renzi

di Enzo Marino

Nessun passo indietro, anzi. “L’Italia è tornata, più solida e ambiziosa”, e quelli a cui dovesse dispiacere “se ne facciano una ragione”. Matteo Renzi, da giorni in guerra aperta con Bruxelles, insiste sulla strategia scelta. Dall’Europa continuano ad arrivare segnali negativi, dalle parole del capogruppo Ppe Manfred Weber (“L’Italia mina la credibilità della Ue” bloccando gli aiuti alla Turchia) all’annuncio che sarà aperta un’indagine per aiuti di Stato all’Ilva, ma il premier non dà segno di voler indietreggiare. La novità riguarda l’avvicendamento nel ruolo di Rappresentante Permanente: via Stefano Sannino, da tempo ‘congelato’ dal governo, oggi arriverà Carlo Calenda. Una scelta che segna una discontinuità anche nel profilo del rappresentante italiano: l’ambasciatore Sannino veniva dalla carriera diplomatica, così come il suo predecessore Rocco Cangelosi. Calenda ha tutt’altra biografia: dirigente d’azienda prima e politico poi, con la candidatura in Scelta Civica e il passaggio al Pd. Insomma, un fedelissimo di Renzi, che con questa nomina sembra voler chiarire come il rapporto con la Ue lo voglia gestire direttamente. E senza i toni morbidi dei diplomatici.

E chissà che in questo modo possa riattivarsi quel canale con Juncker che non si è mai aperto: “E’ stato lo stesso Juncker a lamentarsi in varie occasioni di non avere un’interlocuzione diretta con Renzi”, spiegano fonti parlamentari, che fanno notare come sia il capo di gabinetto di Juncker, il potente Martin Selmayr, a gestire i rapporti tra Commissione e Italia. Con il problema che il tedesco Selmayr “è uomo della Merkel”. Così come vicino alla cancelliera è Manfred Weber. E probabilmente, perchè la crisi possa attenuarsi, bisognerà aspettare l’incontro con Merkel in programma a Berlino il 29 gennaio. Le ostilità Renzi le ha aperte infatti proprio contro il ruolo della Germania: gli affari con la Russia nonostante le sanzioni, il richiamo alle “regole uguali per tutti” contro il sospetto di ‘doppio standard’ a favore di Berlino, le misure per le banche. “La risposta è negli attacchi di Weber, nel comportamento di Selmayr che ha già fatto fuori Carlo Zadra, unico esponente italiano nel gabinetto comunitario, e nel fatto che Juncker ha scelto chiaramente di schierarsi con i tedeschi”, osservano dal Pd. E se il sospetto è che dietro gli attacchi ci sia la Germania, è a Berlino che Renzi dovrà vincere la battaglia.

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