di Enzo Marino
Si terra’ il 4 aprile la direzione nazionale del Partito democratico convocata per questo pomeriggio e annullata in segno di lutto per le giovani vittime dell’incidente stradale avvenuto ieri in Spagna. “Il Partito Democratico e’ vicino alle famiglie delle nostre connazionali morte tragicamente in Catalogna e, in segno di lutto, il presidente dell’Assemblea nazionale, Matteo Orfini, sentito e in accordo con il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha deciso di sconvocare la Direzione nazionale prevista per oggi alle ore 18 riconvocandola per il prossimo 4 aprile”, dicono dal Nazareno. Intanto, continuano gli scontri all’interno del Pd dove la minoranza non manifesta nessun segnale di tregua. Sabato, Matteo Renzi, aveva promesso che avrebbe ribattuto alle critiche colpo su colpo. E così è andata: un intervento a sorpresa al congresso dei Giovani Democratici si trasforma nell’anticipo della Direzione Pd che era in programma oggi e nel corso della quale, il premier aveva promesso che “faremo i conti”. Perché Renzi vuole che il partito parli di “cose serie” e la smetta di occuparsi di “piccole beghe”. E allora risponde a tutte le critiche: sul Jobs act, sul sostegno di Verdini, sulla posizione di astensione al referendum anti-trivelle. Parlando ai giovani Dem perché ascoltino “i grandi”, quelli che “litigano”. Certo, “io sono orgoglioso del nostro partito che discute, mentre quelli che ci criticano aspettano che il ‘sacro blog’ dica sì o no o prendono ordini da una villa brianzola”. E tuttavia “vorrei parlare di cose serie e non di piccole beghe. Ma su questo – appunto – facciamo i conti domani”. Prima accusa: “Mi dicono: ‘Tu governi con i voti del centrodestra…’. Perchè abbiamo perso le elezioni! Conosco un metodo infallibile per governare senza Verdini e Alfano: vincere le elezioni, cosa che nel 2013 non è accaduta”. E a quelli che dicono ‘Verdini ha votato la fiducia…’ L’ha votata come con il governo Letta e con il governo Monti”. Seconda accusa, l’astensione al referendum sulle trivellazioni: “E’ uno spreco da 300 milioni” con l’obiettivo di “sprecare il gas e il petrolio che ci sono e per cui ci sono le infrastrutture per l’estrazione”.
Insomma, “liberi di votare come credete, ma leggete bene il quesito”. Altra accusa, troppi voti di fiducia: “Noi una volta ogni due settimane chiediamo la fiducia. Forse persino un po’ troppe volte… ma se non metto la fiducia col cavolo che passano le unioni civili, col cavolo che passa la legge elettorale. Se non metto la fiducia mi si bloccano le cose in Parlamento”. E poi il tema primarie, su cui Renzi gioca d’anticipo. Il vice segretario Guerini ha annunciato una proposta di legge che tre renziani di ferro (Parrini, Marcucci e Fanucci) hanno preparato: “La regola delle primarie è che chi perde dà una mano, non scappa. E io lo so perchè ho perso”. Detto fatto, perchè nella proposta di legge targata Pd l’esito delle primarie sarà vincolante, pena sanzioni pecuniarie. Insomma, toni più che battaglieri, e dalla minoranza Pd l’unica risposta arriva in serata da Domenico Fornaro: “Facciamo i conti non è una frase che dovrebbe uscire dalla bocca del segretario di un grande partito della sinistra europea. Renzi ricordi che, da sempre, un segretario convoca la direzione del suo partito anche per ascoltare le ragioni della minoranza e per ricercare una sintesi unitaria, a maggior ragione alla vigilia di importanti appuntamenti elettorali”.
Articolo aggiornato alle 12:19