Renzi non molla e avverte minoranza: Italicum non si tocca. Legge Senato dopo referendum

TORMENTI DEMOCRATICI L’obiettivo del premier è non aprire un nuovo fronte parlamentare con la fronda interna al Pd

renzi260

Prima si porta a casa il referendum e poi parola alle Camere per la legge elettorale dei senatori. Mantenendo la premessa: “L’Italicum non si tocca”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, risponde a distanza – dal Giappone, dove e’ stato impegnato al G7 – alle richieste della minoranza del suo partito e non solo. “Se la riforma avra’ il suo referendum, lasceremo volentieri al Parlamento la parola. Subito dopo la riforma, sara’ il Parlamento a scegliere la modalita’ di elezione dei senatori”. Detto questo, “non c’e’ alcun collegamento tra legge elettorale e referendum”, sottolinea ancora il premier. Nelle intenzioni di Renzi, insomma, c’e’ la volonta’ di non aprire un nuovo fronte parlamentare con la minoranza del partito. Il rischio sarebbe quello di oscurare la campagna referendaria con un dibattito estenuante sulla legge elettorale del Senato ma, soprattutto, di sacrificare i provvedimenti che di qui a quattro mesi dovranno essere licenziati dal Parlamento. Il presidente del Consiglio elenca, tra questi, la riduzione da cinque a quattro delle forze di polizia, il licenziamento il 48 ore per i ‘furbi del cartellino’ e ancora provvedimenti sulla giustizia civile e sulla cultura.

“Non bloccheremo l’attivita’ parlamentare per il referendum”, e’ il messaggio, seguito da un giudizio severo nei confronti delle opposizioni, interne ed esterne. L’Italicum, e’ il ragionamento di Renzi, non piace a chi preferisce gli inciuci al “voto legittimamente espresso dai cittadini”. L’Italicum non si tocca, dunque, perche’ garantisce che “chi arriva primo governa”. A una legge fondamentale “nel rapporto tra politici e persone perche’ si elimina il rischio di inciuci permanente”. E rappresenta un buon ‘vaccino’ contro tutte le tentazioni populiste: “Qui c’e’ un mondo che discute di un voto in Austria in cui per un soffio non vince l’altra destra. C’e’ una discussione aperta in America sul rapporto tra populismo e riforme e anche tra una sinistra piu’ pragmatica e una piu’ ideologica. A fronte di questo, in Italia c’e’ un centrosinistra che sta approvando le riforme che si attendevano da anni. Il fatto che si discuta di come eleggere i senatori, e’ una cosa che mi fa pensare”.