di Giuseppe Novelli
MANGANELLI E LACRIMOGENI “Quelli che contestano e spaccano tutto non hanno in testa il futuro dell’Italia”, ha concluso. Renzi ha lasciato villa Bellini pochi minuti prima delle 19, dopo aver terminato il suo discorso che ha chiuso la Festa nazionale de L’Unità. Andando via, il premier non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa. Nel frattempo fuori da villa Bellini è rientrata la tensione tra i manifestanti e le forze dell’ordine, giunti allo scontro lungo corso Umberto. Il corteo era partito da piazza Jolanda alle 17, ed aveva raggiunto l’area antistante villa Bellini. Qui gli uomini delle forze dell’ordine, in assettoo antisommossa, hanno contenuto l’avanzata dei manifestanti. A questo punto si è innescato un violento scontro con colpi di manganello, fumogeni e lacrimogeni. Due giovani di 21 e 24 anni sono stati fermati dalla Digos di Catania. I due ragazzi sono stati accompagnati in Questura, davanti alla quale si è radunata una piccola folla che ha voluto esprimere solidarietà ai due. Il Capo della Polizia Franco Gabrielli si è complimentato attraverso il Questore di Catania Marcello Cardona per la attività svolta da tutte le forze dell’ordine impegnate nel capoluogo etneo.
AZIONE CIVILE “La chiamano festa dell’unità ma di festoso non c’è stato proprio nulla. Una città blindata, un corteo fermo a via Umberto. Villa Bellini, cuore di Catania chiuso a tutti tranne agli accreditati dal Pd e, per finire una bella carica della polizia a freddo, senza alcun motivo, sulle prime file di un corteo che stava manifestando pacificamente”. Lo ha detto Giusy Vanadia, referente siciliana di Azione Civile, il movimento fondato da Antonio Ingroia, presente alla manifestazione. “All’improvviso, mentre manifestavamo – ha riferito Vanadia in una nota – le forze dell’ordine hanno indossato i caschi e hanno cominciato a caricare. All’iniziativa avevano aderito l’Anpi, il comitato del no alla riforma costituzionale cittadino, gli esponenti di molte forze politiche.
Tutta gente pacifica che esprimeva liberamente il proprio dissenso sia alle politiche di Renzi sia alla blindatura della città. Il diritto dei cittadini a manifestare, sancito dalla nostra Costituzione, quella che Renzi vuole cambiare, è stato mortificato. In cambio di una passerella del premier davanti ai pochi intimi che per ascoltarlo si sono dovuti registrare prima. Una volta si chiamava festa dell’Unità, oggi è semplicemente una sagra di paese a numero chiuso – prosegue – Ci consoliamo solo perché se Renzi è costretto a usare la forza contro pacifici cittadini vuol dire che il suo tempo sta finendo. La festa dell’Unità era un momento di confronto democratico e di dibattito. Questo è stato preventivamente impedito perché prevalesse il suo pensiero unico”. Già ieri per motivi di sicurezza non è stata autorizzata l’occupazione del suolo pubblico per un banchetto, e il provvedimento è stato notificato stamattina all’Anpi che ha effettuato, come detto, il volantinaggio. Nei giorni scorsi, inoltre, era stata rinviata per ragioni di ordine pubblico la partita di calcio in casa del Catania.