Renzi e il nuovo Pd: niente più piazza, inizia fase ascolto. Prende corpo partito dei governatori

TORMENTI DEMOCRATICI  Sabato riunione dei circoli, il 27 e 28 l’assemblea degli amministratori locali e poi “il viaggio per l’Italia”

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Basta discussioni tra di noi, non interessano a nessuno. Matteo Renzi mette in ghiacciaia il dibattito sulla legge elettorale e sulla data del voto. Questioni congelate a quando la Consulta si esprimera’ sulle modifiche all’Italicum. La direzione ora e’ un’altra: uscire fuori dal palazzo, portare avanti un’operazione a tappeto nel Paese, con l’obiettivo di risolvere i problemi della gente. Il mondo va avanti, non possiamo guardare al passato, e’ il ‘refrain’ del segretario dem che incontrando i segretari regionali del Pd ha fatto il punto sui prossimi appuntamenti: sabato 21 riunione dei circoli, il 27 e 28 l’assemblea degli amministratori locali a Rimini e poi “il viaggio per l’Italia del Pd su tre pullman” in programma per il prossimo febbraio.

NIENTE PIU’ PIAZZA Pochi accenni da parte dell’ex premier sulla nuova segreteria che verra’ presentata sabato. Per l’organizzazione in pole c’e’ il sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna. Ma l’obiettivo di Renzi e’ quello di girare l’Italia in modo capillare, coinvolgendo l’intero partito. Andando anche – ha spiegato il segretario dem – da chi manifesta un disagio sociale, da chi e’ in sofferenza a causa di una crisi aziendale o ha perso il lavoro in fabbrica. Cercando di analizzare pregi e limiti di quanto fatto finora. Un partito piu’ aperto quindi. Niente piu’ piazza, lo scopo e’ quello di inaugurare una fase di ascolto. Da qui anche la distribuzione di un questionario agli iscritti per ricostruire i circoli. “Meglio un segretario che gira che qualcuno che sta fermo”, e’ la reazione di Bersani confidata ai suoi. Ma il ragionamento dell’ex segretario dem e’ che non basta un semplice ‘tour’, occorre andare fino in fondo e risolvere le questioni che emergono. Ovvero cambiare l’agenda politica, a partire per esempio dal dl scuola in arrivo alla Camera.

NO LARGHE INTESE Abbiamo dato 20 miliardi di euro per le banche e ora ci facciamo compatire per 3 miliardi che ci chiede l’Europa…, ha osservato Bersani con i suoi. La minoranza dem chiede che ci siano luoghi di confronto, che si discuta con la gente partendo pero’ dal presupposto che va allargato il campo del centrosinistra. Senza fare una campagna elettorale con l’ombra di un accordo con Berlusconi. L’attesa e’ rivolta alla sentenza della Consulta ma Bersani ha ribadito con i fedelissimi di non credere affatto alle larghe intese. Parlare di larghe intese, soprattutto se pensate prima del voto, vuol dire – questa la tesi – andare a rafforzare i populismi e dare ancora piu’ forza ai Cinque stelle. Serve un partito vero, ragiona Bersani, soprattutto al sud dove stanno emergendo figure come De Luca e Emiliano a cui si lega proprio chi sul territorio chiede che si risolvano le emergenze del Paese. I due governatori del Sud, insieme al presidente della regione Calabria Oliverio, stanno convogliando le forze, anche per risolvere questioni territoriali (il commissariamento della Sanita’ per esempio) e per prepararsi in vista del prossimo congresso dem. Un pressing interno al partito che punta – forse in risposta alla battaglia contro i ‘notabili’ annunciata dallo stesso Renzi – a pesare il consenso. Proprio mentre si fanno sempre piu’ forti le spinte anche al di fuori del Pd, come quelle che riconducono a De Magistris o al lavoro che sta facendo Pisapia per compattare il fronte della sinistra.