Si è aperta ieri a Roma la due giorni di riunione della prima assemblea nazionale di Italia Viva, la forza politica creata da Matteo Renzi che ha determinato la scissione del Pd. Inizio con l’inno di Mameli e un video per raccontare il luogo scelto per l’evento: lo studio 10 di Cinecittà. Luciano Nobili che ha aperto i lavori ha sottolineato l’importanza di questo luogo come simbolo del riscatto della città , omaggio a Fellini che proprio in questo studio giro il suo ultimo film ‘la voce della Luna”. E ha attaccato l’amministrazione di Virginia Raggi. “Italia viva ha un’ambizione più grande, immaginare, prevedere il percorso dei prossimi anni dettando l’agenda e facendo si che finalmente non rincorriamo i populisti ma ci facciamo noi promotori dell’agenda per l’Italia” ha detto Matteo Renzi, secondo cui, ormai “i politici sono diventati commentatori”. E ha tracciato la rotta: “Primo compito di Italia viva è mettere a fuoco le sfide , in questi primi mesi abbiamo svolto un’azione di pubblica utilità, impedito che aumentassero l’Iva, alzassero le tasse”.
L’ex segretario Pd ha rivendicato che Italia Viva “ha impostato battaglie su argomenti complicati: prescrizione, concessioni, abbiamo cercato di dettare l’agenda non per un consenso immediato per noi ma per fissare le priorità per gli altri. Questo richiede una riflessione, non sto cercando l’applauso. E’ una maledizione e una bella fregatura perchè devi pre-vedere. E’ facile fare politica commentando e dando consenso alle frasi più in voga”. Le proposte di Italia Viva per ‘sbloccare’ l’immobilismo saranno argomento della chiusura dell’Assemblea Nazionale di oggi 2 febbraio. Sui sondaggi e sui numeri del suo partito, Renzi ha affermato: “‘Quando non sanno che dirci ci dicono che abbiamo solo il 4%. Se col 4% riusciamo a combinare tutta questa cosa immaginate cosa riusciremo a fare quando arriveremo all’8 o al 10%. Noi siamo riformisti che sognano che non hanno solo la lista di cose da fare”.
Il leader di Italia Viva ha poi aggiunto: ”Dobbiamo tornare al buon governo. Noi dobbiamo essere pionieri ma non reduci. Se avessimo voluto lo scrigno della memoria facevamo un museo, non un partito. C’è una sfida culturale da fare nel Paese che se non la facciamo noi non la fa nessuno. Domani (oggi, ndr) indicheremo appuntamenti 2020 a cominciare dalla scuola di formazione”. Sull’opposizione e su Salvini ha detto che se si ”fosse andati a votare non sarebbe finita come in Emilia ma come in Umbria. E Salvini a pieni poteri poteva ”portarci all’Italexit”, la richiesta ”di pieni poteri poteva essere non una battuta, ma un lucido disegno politico di Salvini per portare l’Italia fuori dall’Europa”. Infine ha rassicurato Giuseppe Conte. “Vogliamo che il governo vada avanti e incoraggiamo il premier ad andare avanti, ma non bisogna trasformare il presidente del Consiglio nel leader e punto di riferimento dei progressisti del mondo. Io rispetto chi pensa che Conte sia il nuovo leader del progressismo italiano, ci riserviamo il diritto di dire che non lo è perché ha firmato i decreti Salvini sulla sicurezza” ha concluso.