Renzi sfida Grasso: art.2 non si tocca. E chiude a Ncd su Italicum
RIFORMA SENATO Dura replica del premier anche a D’Alema: “Mio Pd al doppio dei tuoi Ds”. Non lascio la segreteria del partito di Enzo Marino
di Enzo Marino
Non ci sono ragioni per consentire emendamenti all’articolo 2 della riforma del Senato, e non ci sono ragioni neanche per cambiare l’Italicum. Punto. Matteo Renzi chiude ogni spazio di trattativa sui due punti che in questi giorni agitano il governo. Al presidente del Senato Pietro Grasso il premier riconosce il diritto di decidere sull’emendabilità dell’articolo sull’elezione del nuovo Senato, ma precisa che per lui “c’è già stata la doppia conforme” tra Montecitorio e palazzo Madama, che implica l’impossibilità di rimettere in discussione quanto già votato. All’alleato di governo invece ricorda che la legge elettorale “l’hanno votata anche loro 5 mesi fa…”. Quanto al fatto che Ncd rischia di scomparire con l’Italicum, “è un tema che interessa molto gli italiani…”, ironizza il premier. Che chiude nettamente anche alla possibilità che esponenti Ncd possano essere candidati nelle file Dem: “Il Pd porterà i suoi, e già siamo tanti, Ncd quelli di Ncd”.
Il premier replica a muso duro anche alle critiche di Massimo D’Alema: “D’Alema dice che il Pd va male perchè è al 34 per cento, più o meno il doppio di quanto avevano i Ds” al termine della sua segreteria: “Se D’Alema avesse deperito i Ds quanto noi abbiamo deperito il Pd, oggi avremmo visto tutta un’altra storia…”. E dunque “escludo che io possa lasciare il timone del Pd, perché abbiamo deciso, come anche in Germania, che il capo del partito è il capo del governo”. Il punto, accusa Renzi, è che “mi considerano un usurpatore, ma ho vinto le primarie. Vedremo le prossime, se le perdo resterò a fare la minoranza”.
Ultimo punto, le polemiche sulla sua presenza alla finale degli Us Open che vedeva l’una contro l’altra Roberta Vinci e Flavia Pennetta :”E’ una dinamica molto populista”, ribatte a chi lo accusa di aver utilizzato un volo di Stato. “E’ naturale che il premier si muova con i voli di Stato, è scontato”. Ed era “giusto” che andassero “il premier, il presidente del Coni e quello della Federazione Tennis”. Polemiche che non ci sarebbero state, per Renzi, “se si fosse trattato di calcio…”. Altro capitolo. “Escludo che posso lasciare il timone del Pd, perché abbiamo deciso, come anche in Germania, che il capo del partito è il capo del governo”, chiosa Renzi.