“Renzi sì, Cuffaro no. Così riportiamo la Dc alle elezioni europee”

“Renzi sì, Cuffaro no. Così riportiamo la Dc alle elezioni europee”
Elisabetta Trenta
19 settembre 2023

La sua prima esperienza politica nasce con l’Udc. Poi, l’approdo al M5s con il quale ha conquistato il dicastero della Difesa. Ora, l’ex ministro Elisabetta Trenta, rindossando i panni dei “moderati”, sceglie invece la Democrazia Cristiana guidata da Antonio Cirillo con la quale è pronta a candidarsi per le Europee.

Elisabetta Trenta, una bella capriola dal M5s alla Democrazia cristiana?

Vorrei ricordare che io vengo da una famiglia democristiana. E quando sono entrata nei 5stelle ero stata già nell’Udc, perché in quel periodo la Dc non esisteva più. Poi, mio fratello, tra i primi a credere nel M5s, mi ha coinvolto anche se io non ho mai condiviso la politica dei ‘vaffa’”.

Come possiamo sintetizzare la sua rottura con i 5stelle?

Il Movimento a un certo punto avrebbe dovuto organizzarsi. Però si è compreso che non si voleva fare una vera organizzazione. Perché il partito non era più quel movimento dal basso che noi pensavamo. C’erano di fatto decisioni già prese, anche quando votavamo sulla piattaforma. Il voto era una ratifica di decisioni già prese. E così, ignorando totalmente tutto quello che era stato detto negli stati generali, Grillo decise che il capo politico è Conte. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: non si può prendere in giro la base del movimento”.

A febbraio approda alla Democrazia cristiana. E perché in quella guidata da Cirillo?

Perché ho capito che quello era il percorso giusto. Ovvero prendere in considerazione la sentenza del 2010 della Corte di Cassazione in base alla quale si tracciavano le regole come quelle statutarie, congressuali della Dc. Sentenza che anche altri avrebbero potuto rispettare, ma in realtà non l’hanno fatto. Quindi, ho scelto un partito dove ci sono degli organi che si rispettano, in cui le decisioni vengono prese prima dal congresso. Un partito aperto e che non chiude le porte a nessuno e che rinasce non come partito dell’uno o dell’altro ma come Democrazia cristiana”.

Lei non ce l’ha fatta come governatore del Molise, e ora punta a Bruxelles.

Per puntare a Bruxelles dobbiamo lavorare per superare lo sbarramento del 4%. In tal senso, penso che bisogna fare dei confronti con chi in qualche modo voglia mettersi insieme”.

Per le Europee, Cuffaro ha aperto ai vari ‘satelliti’ Dc. Pensa di raccogliere questo segnale?

Cuffaro come Cuffaro no. Io credo che una persona che abbia avuto delle incriminazioni come le sue, anche se ha pagato tutte le sue colpe dal punto di vista giuridico, non possa mai più rappresentare un partito, è una questione proprio morale. Tuttavia, dietro a Cuffaro c’è un mondo che si identifica con la Dc in Sicilia e che siamo disposti ad ascoltare”.

E con la Dc di Rotondi?

Se Rotondi, che è stato eletto con FdI, riconoscesse il percorso che abbiamo fatto, invece di continuare a dire ‘sono io la Democrazia cristiana’, quindi lavorare con noi, saremmo aperti anche a Rotondi”.

Il Centro di Renzi potrebbe essere un vostro interlocutore?

Se parliamo di una sorta di Margherita, come dice sempre Mastella, in cui ci sono vari soggetti con il loro nome che si mettono insieme per partecipare e arrivare a questo 4% sulla base di un programma condiviso, non c’è nessun problema”.

Come vede l’annosa questione migranti?

Sono giorni che sto riflettendo sui danni che sono stati fatti da alcune decisioni prese da Matteo Salvini, come la distruzione della missione Sofia. Cosa che invece ora la premier Giorgia Meloni vuole far ripartire. E io condivido, anche ampliandola”.

Da ex titolare del Viminale, cosa ne pensa del caso del generale Vannacci?

Mi sono espressa in maniera sfavorevole alla decisione della Difesa, dell’Esercito, non del Ministro, sottolineo. Il generale non andava rimosso. Ne hanno fatto un martire. C’è una regola scritta anche nel codice dell’ordinamento militare, secondo cui un militare può scrivere un libro nel quale esprimere le proprie idee senza chiedere l’autorizzazione, se non nel caso in cui debba parlare del servizio, ma non era questo il caso. Molti parlano di opportunità, ma l’opportunità non è sanzionabile”.

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