di Carlantonio Solimene
L’annuncio arriva di prima mattina, direttamente dal sito di Palazzo Chigi: “Cambio di programma nell’agenda del Presidente del Consiglio. Sulla scia della straordinaria vittoria agli US Open di Vinci e Pennetta, Renzi è in partenza per New York, assieme al Presidente del Coni Malagò e al Presidente della Federazione Italiana Tennis Binaghi”. Per regalarsi uno “spottone” senza rischi – la vittoria italiana a Flushing Meadows era già sicura – Renzi ha rinunciato all’inaugurazione della Fiera del Levante, dove avrebbe dovuto incontrare il “rivale” Michele Emiliano e presentare i piani del governo per il Sud. Così come ha disertato la tappa del suo “Tour delle cento città” a Verona. Annullata, con ogni probabilità, anche la presenza alla festa de Il Giornale, Controcorrente, per un’edizione che aveva già visto il forfait di Silvio Berlusconi, in Russia dall’amico Wladimir Putin. Ma a far discutere, prima ancora dei cambiamenti dell’agenda, è la scelta di Renzi di raggiungere New York con volo di Stato, confermando quel vizietto che nel 2014 ha fatto lievitare le ore di utilizzo degli aerei in dotazione al governo rispetto agli anni precedenti.
Si è passati, infatti, dalle meno di 1.900 ore del 2013 – “gestione” Enrico Letta – alle seimila dell’anno successivo, con una spesa di circa 50 milioni di euro, vicina ai fasti berlusconiani del 2010, quando le ore di volo di Stato si erano attestate intorno alle settemila. Ma erano altri tempi e ancora non si parlava di necessità di stringere la cinghia. In quanto ai costi, difficile fare una stima. Secondo una recente denuncia del MoVimento 5 Stelle, mai smentita dal governo, i costi operativi dei voli di Stato si aggirano intorno ai 9mila euro l’ora. Calcolando che per andare e tornare da New York – nonostante le rotte privilegiate riservate ai trasferimenti istituzionali – ci vogliono almento dodici ore, la spesa per lo spottone di Renzi ai danni delle tasche dei contribuenti supera i centomila euro. Senza contare, inoltre, spese per il catering ed per eventuale soggiorno. Anche in virtù di queste cifre si è scatenata la furia dell’opposizione. I primi a denunciare l’inopportunità del viaggio di Renzi sono stati Brunetta e Gasparri di Forza Italia.
“Il premier è un opportunista” dice il capogruppo alla Camera, mentre per il vicepresidente del Senato “che Renzi voli lì per l’ennesimo spot pubblicitario a spese del contribuente, disertando un impegno istituzionale al Sud, è tipico del personaggio”. Più duro il leader della Lega Matteo Salvini: “Cosa ne penso di Renzi che è volato a New York? Mi viene il vaffanculo Hanno inventato la tv, guardatela in tv”. Critica anche Giorgia Meloni di FdI: “Avrei voluto vedere in Renzi la stessa prontezza nell’andare in India dai marò Latorre e Girone o a Palagonia per incontrare la figlia dei coniugi Solano”. Il Pd, invece, si schiera compatto in difesa del premier: “Se Renzi, che ha anche la delega allo Sport, non fosse andato a New York, avrebbero strillato che il Governo disertava l’appuntamento – è la replica alle critiche di Alessia Rotta, responsabile Comunicazione dei Dem – ora che è andato, polemizzano, come fanno ogni giorno su qualunque cosa. Penosi”.