Matteo Renzi chiama alla mobilitazione il “popolo del 41%” che ha detto si’ al referendum costituzionale. Perche’ le prossime elezioni politiche saranno “una battaglia all’ultimo voto” e per questo il Pd dovra’ fare una “campagna capillare”, e avra’ bisogno “di tanti volontari”, non basteranno i rappresentanti di lista ai seggi. A un ano esatto dalla sconfitta al referendum, con la sonora bocciatura delle riforme volute dal suo governo, il segretario del Pd in un lungo post su facebook fa una sorta di ‘chiamata alle armi’. Innanzitutto il leader dem mette in guardia dal rischio ingovernabilita’: “Il 4 dicembre di un anno fa abbiamo perso il referendum costituzionale. Abbiamo ammesso la sconfitta, mi sono dimesso da premier e da segretario del Pd, siamo ripartiti da zero – ricorda – Senza indennita’, senza immunita’, senza vitalizio: un caso piu’ unico che raro nella politica italiana. Oggi vediamo le conseguenze istituzionali di quel risultato: molte figure del passato sono riemerse e l’incertezza produce il rischio dell’impasse istituzionale”. Dunque, per scongiurare questo pericolo, spiega Renzi, “dovremo organizzarci bene, noi, rovesciando il modello del referendum e mettendo al centro della piramide la base”. Con la consapevolezza che “non ripartiamo da zero. Abbiamo una straordinaria base su cui ricostruire. Abbiamo scelto tutti, io con voi, di non mollare anche se qualcuno di noi aveva voglia di farlo. Abbiamo scelto di continuare perche’ pensiamo che l’Italia non meriti di tornare indietro. Dobbiamo andare avanti, non indietro. E per questo mai come adesso abbiamo bisogno di voi e del vostro coraggio”.[irp]
Insomma, insiste il leader Pd, “la prossima campagna elettorale sara’ una battaglia all’ultimo voto, anche una piccola percentuale fara’ la differenza”, ma le chance ci sono, perche’ “gli altri non saranno infatti tutti insieme coalizzati, come al referendum”. L’obiettivo indicato da Renzi e’ una mobilitazione “capillare”: “Ci sono 61.597 seggi elettorali in Italia. Per ciascun seggio avremo bisogno di un responsabile da subito. Non ci bastano i rappresentanti di lista, ma abbiamo bisogno di volontari per ogni singolo seggio per diffondere il materiale cartaceo o social, per aiutarci nella discussione sul programma, per fare campagna dal basso, per contrastare le fake news e la politica fatta di insulti. La piu’ capillare campagna elettorale dal basso che l’Italia ricordi: questo il nostro obiettivo, se ciascuno di voi ci dara’ una mano”. Renzi si rivolge a “chi ha creduto al sogno di un’Italia piu’ semplice non puo’ fermarsi adesso e noi abbiamo bisogno piu’ di prima dell’impegno personale di quel Popolo del Si’, che con il 41% ha perso il referendum ma sara’ decisivo per cambiare l’Italia. Contiamo su di voi”. Infine, nella enwes, il segretario Pd annuncia quale sara’ la parola d’ordine della prossima campagna elettorale: “Io penso che dobbiamo continuare a rappresentare la speranza contro la rabbia. Ma per farlo sono necessarie entrambe le cose: liberare le energie di chi vuole provarci e dare una mano a chi resta indietro. Dobbiamo mixare tra il messaggio di don Milani “I Care” e quello obamiano “Yes, we can”. L’espressione giusta della nostra campagna dovrebbe essere: “Yes, we care”. Prendersi cura e dare delle opportunita’, valorizzare il merito e garantire gli ultimi. Ne parleremo molto in campagna elettorale”, conclude il leader dem.[irp]