Renzi tace. Su riforme non fa sconti

di Daniele Di Mario

Matteo Renzi tace e tiene il punto. Mentre gli sherpa di Pd e Forza Italia tentano di riaprire il dialogo sulle riforme costituzionali in modo da neutralizzare la minoranza Dem, il premier è in vacanza con la famiglia e osserva interessato il dibattito agostano sulle riforme. Il presidente del Consiglio per ora tace. Mentre FI oscilla tra quanti chiedono un governissimo in caso di sostegno alle riforme (e quindi di salvataggio di una maggioranza in difficoltà a Palazzo Madama) e quanti ribadiscono le due condizioni ritenute imprescindibili da Berlusconi (Senato elettivo e modifica dell’Italicum con l’introduzione del premio di maggioranza alla coalizione anziché alla lista), Renzi conferma ai suoi che la linea non cambia di una virgola. O il Ddl Boschi passa così com’è o il governo va a casa. Lo scontro tra maggioranza Pd e sinistra interna non accenna a rientrare. Per sapere cosa pensa di fare davvero Renzi bisognerà aspettare dopo Ferragosto: per il momento il premier-segretario intende staccare la spina e sgomberare la mente. Quelle di questi giorni quindi sono solo schermaglie, ipotesi che dovranno essere verificate a settembre, quando in Senato si comincerà a fare sul serio con l’avvio delle votazioni sulle riforme costituzionali. Palazzo Chigi smentisce “retroscena e ricostruzioni” apperse sulla stampa in questi giorni “in particolare sull’Italicum”.

Rimettere mano alla legge elettorale non è in agenda. La richiesta è stata esplicitata negli ultimi giorni da tutti i big di FI. Ad esempio, per il capogruppo al Senato Paolo Romani, possibilista su un accordo con Renzi sulle riforme, “è obbligatorio tornare a una legge elettorale che rispetti il bipolarismo e premi le coalizioni”. Romani chiede un “segno concreto” a Renzi per per riannodare il dialogo sulle riforme abbinando Italicum e Senato elettivo, accoppiata che non dispiacerebbe alla minoranza Pd, alla quale Renzi però non vuole darla vinta. Chi ha parlato con lui assicura infatti che di aprire al premio alla coalizione il premier non ha nessunissima intenzione. Renzi è convinto di avere i numeri in Aula e di poter approvare le riforme così come sono attualmente. Il lavoro dei pontieri però non si ferma neppure a ridosso di Ferragosto. Il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato reputa “doveroso” portare avanti il dialogo con le opposizioni, concetto ribadito nei giorni scorsi dagli stessi vicesegretari Dem Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani. Renzi cerca dunque l’intesa sia con FI che con la propria minoranza interna, senza tuttavia voler scendere a compromessi. Tanto che Corradino Mineo, senatore della sinistra Pd, continua a sparare bordate, paragonando il premier a un “dictator” dell’Antica Roma: “Ma alla fine di un breve mandato, il “dictator” restituiva i poteri al Senato e tornava alla sua villa o al suo campo. Qui stiamo truccando, in modo duraturo, le regole del gioco”. Andrea Marcucci, senatore e fedelissimo di Renzi, dal canto suo ribadisce che a Palazzo Madama “i numeri ci saranno” e che se la riforma costituzionale non passa l’unica conseguenza possibile sono “le elezioni anticipate”. Intanto, lo stato maggiore di Berlusconi – Brunetta, Gasparri, Romani, Toti – chiudono all’ipotesi di un patto del Nazareno-bis e rilanciano le condizioni per un eventuale accordo: la modifica dell’Italicum e l’introduzione del Senato elettivo. Raffaele Fitto intanto attacca: “La nuova non troppo scomoda trincea della cosiddetta opposizione è l’organizzazione di cocktail a Forte dei Marmi con il ministro Boschi. Prosegue dunque una criticabilissima doppiezza verso gli elettori: in tv si predica l’opposizione, ma poi sottobanco si organizza una sorta di inciucio permanente su Senato e sistema tv”.

Chiara l’allusione all’apertura di Romani al sostegno di FI al Ddl Boschi. La capogruppo dei Conservatori e Riformisti fittiani Cinzia Bonfrisco rincara la dose: “FI non ha mai interrotto il Patto del Nazareno e questo è il confine che ci separa: aver sacrificato le ragioni storiche di una destra moderna e responsabile agli accordi dei cerchi magici”. E sulle riforme aggiunge: “All’insegna del rinnovamento Napolitano blinda la riforma del Senato e la legge elettorale criticate persino da Scalfari. Mentre FI manda in scena i finti oppositori che coprono le spalle al mediatore Romani che si spinge oltre le linee nemiche, per provare a trattare con il ministro Boschi sulla pelle delle idee e dei valori comuni a tutto il centrodestra che finiscono affogati in un cocktail sulla spiaggia di Forte dei Marmi”. Gasparri però invita la Bonfrisco a non alimentare polemiche nel centrodestra che finirebbero “per aiutare il declinante Renzi. Niente cocktail, offrirò un Longo drink alla Falanghina”, ironizzando sugli addii ai Conservatori e Riformisti dei parlamentari Longo e Falanga. Pronta la replica della Bonfrisco: “L’unica cosa che dovrebbe davvero preoccupare l’amico fraterno Gasparri è di aver perso milioni di voti a causa di uno scellerato Patto, quello del Nazareno, che ha deluso i nostri elettori. Quello che ha portato Gasparri, solo un anno fa, a votare il contrario di quello che oggi chiede. Sbagliava all’epoca o sbaglia adesso?”.

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