Le versioni ufficiose dicono che Matteo Renzi e Romano Prodi hanno solo preso “un caffe'” parlando di “temi internazionali”. Ma il messaggio mandato oggi da palazzo Chigi riguarda innanzitutto il Quirinale, come ammettono fonti renziane, e i destinatari sono da cercare sia dentro che fuori il Pd. L’appuntamento era “fissato da tempo”, viene precisato sempre in via ufficiosa, ma del resto e’ da tempo che nei corridoi della Camera il nome di Prodi e il marchio dell’Ulivo sono tornati a circolare, e sempre in funzione anti-Renzi: l’ipotesi di far crescere una candidatura Prodi come simbolo della lotta al “patto del Nazareno” stava diventando pericolosa per Renzi, Sel e parte della minoranza Pd avevano cominciato a lavorare a questo scenario che avrebbe minato qualunque tentativo di accordo tra il premier e Berlusconi.
D’altro canto, Berlusconi sta da qualche settimana frenando sulla legge elettorale, chiedendo appunto che prima venga scelto insieme il nuovo presidente. Uno scenario potenzialmente esplosivo, per Renzi. Per questo, raccontano, il premier si e’ mosso per tempo, con l’obiettivo di disinnescare la manovra dei dissidenti Pd e di Sel e, al tempo stesso, di mandare un avvertimento a Fi: nessuno pensi di usare Prodi contro di me, con l’ex premier parlo io per primo, non pongo veti su di lui e Berlusconi sappia che il Pd non ha preclusioni.
Come ha detto questa sera Maria Elena Boschi (foto), “sul Presidente della Repubblica se ci saranno le condizioni per un accordo con Fi lo faremo senno’ faremo un accordo con altre forze politiche presenti in Parlamento”. Non solo, ma il ministro Boschi parla anche di Prodi: “Visto come e’ stato trattato l’ultima volta capisco che Prodi non voglia essere tirato per la giacchetta”, ma “sicuramente quella figuraccia li’ non la ripeteremo, ora abbiamo leadership forte in Parlamento”. Ufficialmente, Prodi ha negato di essere disponibile per il Colle gia’ settimane fa, quando e’ stato chiaro che Giorgio Napolitano avrebbe lasciato a gennaio. E il Professore non ha nemmeno gradito il modo in cui il suo nome, e il marchio dell’Ulivo, venivano usati nella battaglia interna al Pd. Non a caso Sandra Zampa, a lungo sua portavoce, ieri ha invitato a “non strumentalizzare l’Ulivo”, ricordando che i governi Prodi caddero innanzitutto a causa di chi lo sosteneva.
La Zampa ha citato esplicitamente D’Alema e Marini, per il primo governo Prodi, e ha ricordato che anche il governo del 2006 cadde innanzitutto per implosione, con tutti i big degli allora Ds e Margherita che andarono a chiedere a Walter Veltroni di mettersi a capo del Pd. D’altro canto, la Zampa ha anche ricordato a Renzi che “il Pd e’ figlio dell’Ulivo”. Prodi, racconta un parlamentare Pd bene informato, e’ perfettamente consapevole che il suo nome non puo’ passare se reggera’ un’intesa tra democratici e Fi. D’altro canto, il premier avrebbe ripetuto a Renzi che lui non puo’ impedire che altri propongano il suo nome per il Colle. Per questo Renzi ha voluto incontrarlo: il premier, spiegano, in questo modo fa vedere che da parte sua non c’e’ ostilita’ nei confronti di Prodi, anzi. Di nuovo, la Boschi si e’ incaricata di far sapere che “Prodi e’ un nome autorevolissimo” e che il governo non aveva nessun veto nei suoi confronti come mediatore Onu in Libia. Insomma, Renzi da’ un’apertura di credito a Prodi, entrambi consapevoli che la maggioranza che si formera’ per il Colle sara’ determinante: come ha spiegato la Boschi, l’accordo si fa con chi e’ possibile e se non sara’ Fi saranno altri partiti.
In questo secondo scenario, Prodi torna ad essere un nome spendibile, almeno sulla carta. Il renziano Ernesto Carbone, del resto, dice che lui Prodi lo voterebbe “certamente”. Di sicuro, il messaggio e’ arrivato subito dalle parti di Fi. “Sicuramente – dice Elvira Savino – hanno parlato dell’elezione del nuovo capo dello Stato e questo non e’ certo un segnale di distensione, ma piuttosto una provocazione verso tutto il centrodestra, la cui opinione sul professor Prodi e’ ben nota”. Contraria anche Ncd: “Non lo voteremmo”, dice Nunzia De Girolamo. Si vedra’ nelle prossime settimane se la mossa di Renzi e’ tattica o no. Di sicuro, raccontano, il premier non vuole lasciare che Prodi diventi la bandiera di chi lavora contro di lui.