Renzi a vertice Ue Bratislava, L’Italia vuole agenda per la crescita
POST-BREXIT Sicurezza e migranti sul tavolo informale dei 27 capi di Stato e di governo dell’Unione, il primo senza la Gran Bretagna di Alberto Ferrarese
di Alberto Ferrarese
Rilanciare un’Europa che, a due mesi dalla Brexit, appare non aver imboccato la strada giusta ed è percorsa da numerose divisioni al suo interno. E’ l’obiettivo del presidente del Consiglio Matteo Renzi che domani arriverà a Bratislava, in Slovacchia, per il meeting informale dei 27 capi di Stato e di governo dell’Unione, il primo senza la Gran Bretagna. Proprio per la “gestione” della Brexit e per ridurre al minimo i contraccolpi sulla già fragile economia europea, l’Italia chiederà “certezza su tempi e modalità” di uscita del Regno Unito. Ma oltre alla Brexit i temi sul tavolo dei leader riuniti nel castello di Bratislava saranno molti, con al centro il rilancio dell’economia, la sicurezza, la gestione dei migranti. Il vertice sembra partire in salita per le divisioni tra i Paesi membri, con addirittura la possibile richiesta di revisione dei Trattati, che Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia sarebbero pronti a presentare con l’obiettivo di ridurre i poteri della Commissione. Renzi, alle prese in Italia con il referendum e le divisioni interne al Pd, si presenterà nella capitale slovacca contando sul “feeling” con i Paesi del Mediterraneo, recentemente fortificato nel meeting di Atene convocato da Alexis Tsipras, e sulle aperture fatte dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, ieri, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione.
Aperture “timide” in campo economico, più sostanziose sulla gestione del fenomeno dell’immigrazione. Per quanto riguarda la crescita, Juncker, per non scontentare nessuno, ha rassicurato il suo Ppe, la Germania e gli Stati “rigoristi” dicendo che il Patto di Stabilità non può diventare un “patto di flessibilità” ma alla sinistra e al “fronte” della crescita ha detto che serve una “flessibilità intelligente”. Inoltre ha rilanciato sugli investimenti, che saranno raddoppiati fino a 630 miliardi. Parole che danno forza alla posizione italiana e che il premier ha intenzione di ribadire domani al tavolo dei 27, richiamando tutti al rispetto delle regole. “L’Italia – ha detto oggi – sta rispettando le regole. C’è la regola del deficit, ma anche quella del surplus primario. E’ una regola europea che alcuni Paesi, come la Germania, non stanno rispettando. Io chiedo da italiano che le regole devono valere per tutti. Domani a Bratislava e poi a Bruxelles, vado a portare la voce di un Paese che si è stancato di avere la liste della spesa delle cose da fare. E per dire che o le regole le rispettiamo tutti o non le rispetta nessuno”. Dunque rispetto delle regole, ma anche flessibilità, visto il processo di riforma portato avanti (e apprezzato dalla Merkel) ma anche le varie emergenze da affrontare, dai migranti alla ricostruzione post terremoto. Ottenere il via libera a una quota significativa di flessibilità permetterebbe al governo di liberare risorse per una legge di Stabilità più espansiva. Ma su questo punto il confronto è ancora a livello preliminare.
Altro tema su cui l’Italia è pronta a far sentire la propria voce è quello della sicurezza e della gestione dei flussi migratori e il discorso di Juncker ha accolto la strategia disegnata da Renzi nel Migration compact: rafforzamento delle frontiere esterne ma anche cooperazione con l’Africa. “Finalmente Juncker ha presentato un progetto, si può fare di più ma è un primo passo nella direzione giusta”, ha commentato il premier. Ma proprio l’immigrazione sarà uno dei nodi principali e più difficili da sciogliere, a causa delle divisioni tra Nord e Sud dell’Europa, ma soprattutto tra l’Ovest e i Paesi dell’Est, sempre più fautori di una “chiusura” dei confini e di un disimpegno sull’accoglienza. Un tema, quello dell’immigrazione e della sicurezza, legato a un’altra richiesta che il presidente del Consiglio porta da tempo ai tavoli europei: il rilancio dei valori che stanno alla base della costruzione europea e l’investimento in cultura, conoscenza, inclusione sociale. Un vertice dunque complesso, come ha ammesso lo stesso presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, secondo cui in questi “tempi turbolenti segnati da crisi e conflitti” i cittadini “si aspettano che i loro leader siano in grado di proteggere lo spazio in cui vivono e assicurare la loro sicurezza” ma anche che l’Ue possa “proteggere meglio i loro interessi economici e sociali”. Da Bratislava sono attese le prime risposte. O almeno, come richiesto dal presidente francese Francois Hollande e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, una “road map”, condivisa. E’ quello che vuole anche l’Italia. La differenza, non da poco, sta nel cosa inserire nell’agenda.