Renzi vuole Grandi Opere a Chigi, Ncd tratta su assetto governo

De Girolamo: “Io confermo la mia posizione: uscirei dal governo. Il mio partito non può essere utile quando Berlusconi si tira indietro”

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di Enzo Marino

o-RENZI-ALFANO-facebook-1140x641Ormai certe le dimissioni di Maurizio Lupi, la preoccupazione di Matteo Renzi è ora su come gestire il ministero delle Infrastrutture: nominare subito un nuovo ministro, magari con un nome ad effetto come quello di Raffaele Cantone, oppure assumere l’interim e rimandare a dopo le Regionali il riassetto dell’Esecutivo? Il nome del presidente dell’Autorità anticorruzione è iniziato a circolare già nei giorni scorsi, ben prima che le dimissioni di Maurizio Lupi fossero certe. Ma, nonostante il risalto dato all’ipotesi, dai vertici del Pd invitavano alla “cautela” sull’effettiva possibilità che possa essere l’ex magistrato a sostituire l’esponente Ncd. Mentre contemporaneamente viene fatto circolare un altro nome, quello di Mario Moretti, attuale ad di Finmeccanica e per anni alla guida delle Ferrovie.Nella direzione dell’interim va un’altra indiscrezione che circola in queste ore, ovvero che il dicastero venga ‘spogliato’ della competenza sulle grandi opere, con l’unità di missione apposita che finirebbe sotto il controllo diretto di palazzo Chigi, e in particolare del sottosegretario Luca Lotti, il collaboratore più stretto del premier. Un’idea che Renzi coltiva da tempo, e che fu oggetto di scontri sotterranei con Lupi ben prima dell’inchiesta di Firenze: “In tutti i Paesi europei le grandi opere sono sotto la guida del primo ministro”, dice un renziano di ferro.

L’INTERIM Non solo: “Lotti già presiede il Cipe…”, ricordano dal Nazareno. Un quadro che sembrerebbe portare appunto verso l’interim: palazzo Chigi gestirà direttamente le grandi opere, evitando lo stallo (altro pallino di Renzi, “i grandi investimenti non possono essere bloccati”, ha ripetuto più volte), il premier terrebbe la responsabilità delle altre Direzioni del ministero, e solo dopo le Regionali porrà mano al rimpasto di governo. Un modo per tacitare le richieste di Ncd, che anche ieri – nel vertice a palazzo Chigi tra Renzi, Alfano e Lupi – ha provato, pur sapendo di non poter giocare la carta della crisi di governo, a rivendicare per sè il ministero: “Altrimenti sarebbe non più un problema sul nome di Lupi, ma sul nostro partito”, sarebbe stato l’argomento di Alfano. In subordine, l’Ncd ha provato la carta dello ‘spacchettamento’ tra Infrastrutture e Trasporti, anche questa non troppo gradita al Pd.Meglio allora aspettare le Regionali, per mettere l’Ncd di fronte alla realtà delle sue percentuali elettorali, e convincerlo ad accettare come unico risarcimento il ministero per gli Affari Regionali: si fa il nome di Quagliariello. A quel punto, dopo il voto, si ragionerà sul nome del ministro. Con la scelta appunto tra Cantone (che però dovrebbe lasciare l’Anac senza aver avuto ancora il tempo di lasciare il segno) e Moretti. O magari con una promozione a ministro dello stesso Lotti. Anche se resta il problema del riequilibrio di genere. Intanto, aumentao le fibrillazioni in casa Ncd. A tuonare Nunzia De Girolamo: “Ora le cose si complicano, cambiano gli equilibri. Io confermo la mia posizione: uscirei dal governo. Ncd non può essere un partito che é utile quando Berlusconi si tira indietro – puntalle la capogruppo di Area popolare alla Camera – ma che quando un suo ministro commette una leggerezza, non é più utile e Lupi si deve dimettere invece altri sottosegretari indagati restano al loro posto”. E’ solo l’inizio.