di Enzo Marino
L’INTERIM Non solo: “Lotti già presiede il Cipe…”, ricordano dal Nazareno. Un quadro che sembrerebbe portare appunto verso l’interim: palazzo Chigi gestirà direttamente le grandi opere, evitando lo stallo (altro pallino di Renzi, “i grandi investimenti non possono essere bloccati”, ha ripetuto più volte), il premier terrebbe la responsabilità delle altre Direzioni del ministero, e solo dopo le Regionali porrà mano al rimpasto di governo. Un modo per tacitare le richieste di Ncd, che anche ieri – nel vertice a palazzo Chigi tra Renzi, Alfano e Lupi – ha provato, pur sapendo di non poter giocare la carta della crisi di governo, a rivendicare per sè il ministero: “Altrimenti sarebbe non più un problema sul nome di Lupi, ma sul nostro partito”, sarebbe stato l’argomento di Alfano. In subordine, l’Ncd ha provato la carta dello ‘spacchettamento’ tra Infrastrutture e Trasporti, anche questa non troppo gradita al Pd.Meglio allora aspettare le Regionali, per mettere l’Ncd di fronte alla realtà delle sue percentuali elettorali, e convincerlo ad accettare come unico risarcimento il ministero per gli Affari Regionali: si fa il nome di Quagliariello. A quel punto, dopo il voto, si ragionerà sul nome del ministro. Con la scelta appunto tra Cantone (che però dovrebbe lasciare l’Anac senza aver avuto ancora il tempo di lasciare il segno) e Moretti. O magari con una promozione a ministro dello stesso Lotti. Anche se resta il problema del riequilibrio di genere. Intanto, aumentao le fibrillazioni in casa Ncd. A tuonare Nunzia De Girolamo: “Ora le cose si complicano, cambiano gli equilibri. Io confermo la mia posizione: uscirei dal governo. Ncd non può essere un partito che é utile quando Berlusconi si tira indietro – puntalle la capogruppo di Area popolare alla Camera – ma che quando un suo ministro commette una leggerezza, non é più utile e Lupi si deve dimettere invece altri sottosegretari indagati restano al loro posto”. E’ solo l’inizio.