Resta su tavolo “caso Fazio”, ipotesi spostamento a terza rete

Il conduttore di ‘Che tempo che fa’ e’ nel mirino della Lega ma anche del M5s: “Buonsenso rispetto alle retribuzioni”

faziofazio

Il prossimo Cda della Rai e’ convocato per il 24 gennaio. Il nuovo piano editoriale dovrebbe essere presentato a febbraio ma nei corridoi di viale Mazzini si discute su come sara’ il nuovo corso ‘giallo-verde’ che nel frattempo attende di capire quali saranno le risorse a disposizione per gli investimenti da attuare. “Il budget 2019 e’ in corso di approvazione”, hanno spiegato i vertici rispondendo al doppio esposto alla Corte dei Conti e all’Autorita’ Anticorruzione presentato dal dem Anzaldi sulle nomine dei vicedirettori. Ma dall’opposizione si rilancia la tesi del disavanzo strutturale a cui potrebbe andare incontro l’azienda. La nuova Rai dovrebbe in ogni caso portare avanti una nuova ‘spending review’, una razionalizzazione dei costi per quanto riguarda i format, il personale e i cachet.[irp]

Proprio per questo motivo il ‘caso Fazio’ e’ destinato sempre piu’, osservano nella maggioranza, ad assumere una rilevanza simbolica. Il conduttore di ‘Che tempo che fa’ e’ nel mirino della Lega ma anche di Di Maio che tre giorni fa ha chiesto “un po’ di buonsenso rispetto alle retribuzioni” invitando inoltre il management a “ragionare nell’ottica di abbassare un po’ il canone negli anni”. “Sono pronto a discutere di compensi e di contenuti”, la risposta di Fazio. Non e’ prevista alcuna decisione imminente ma sul tavolo secondo quanto si apprende c’e’ anche l’ipotesi di spostare il conduttore a Raitre, in un contenitore di seconda serata. E l’idea di inserire nella rete ammiraglia un contenitore politico, una sorta di striscia quotidiana. “Per quanto riguarda Fazio non sarebbe una scelta politica, ma legata allo share della trasmissione”, spiegano fonti parlamentari della Lega e del Movimento 5 stelle. Ma nell’opposizione gia’ si affilano le armi: “Siamo pronti a rivolgerci alla Corte dei conti, sarebbe un danno erariale per la Rai”.[irp]

Intanto il Pd attacca: nell’ultimo Cda, l’Ad ha comunicato “la nomina di 29 vicedirettori al Tg1, Tg2, Tg3, Tgr e Giornale Radio e di un condirettore alla Tgr, determinando tra l’altro un significativo aumento degli organigrammi precedenti (+25%) in assenza di apprezzabili modifiche organizzative”. L’esponente Pd ha chiesto di verificare se “si configura una responsabilita’ degli amministratori” in termini di “danno patrimoniale”. “Le nomine della Rai sono state fatte all’insegna di imparzialita’ e autonomia”, la risposta del pentastellato Paragone. “Tutte le regole sono state rispettate”, la replica dei vertici di Viale Mazzini, “la Rai ha sempre operato nel rispetto delle leggi e delle regole di cui l’azienda si e’ dotata”.