C’è chi vuole vederci chiaro come il presidente della Figc Gabriele Gravina, che chiede un parere al Collegio di garanzia del CONI sul caos serie B ma non esprime un suo parere. Meglio che lo facciano altri. C’è chi “non vuole rovinare un torneo bellissimo” e dichiara in un’intervista al Corriere dello Sport che la lega di B “è stata catapultata in una vicenda grave senza nessuna responsabilità”, così come si è espresso Mauro Balata, presidente della Lega di serie B dal novembre del 2017 che nell’agosto scorso ha anche deciso di far disputare il campionato cadetto 2018/2019 a 19 squadre invece che 22, mettendo tutti davanti al fatto compiuto. Ed anche in questi giorni ha ripetuto lo stesso copione dello scorso mese di agosto. Via ai play out e annullati i play off di serie B, senza aspettare l’esito dei ricorsi di Palermo e Foggia.
C’è chi se ne lava le mani come Ponzio Pilato come la Corte Federale d’appello che ha respinto il ricorso del Palermo che aveva chiesto di sospendere i play off sino al verdetto di secondo grado previsto per il 24 maggio sostenendo che ‘casomai il Palermo vinca il ricorso vengano annullate le partite già giocate e si ricomincia daccapo’. Tanto abbiamo scherzato. A cui si aggiunge anche l’ex politico e ministro Franco Frattini, presidente del Collegio di garanzia dello sport, che ha ritenuto di non assumere autonomamente la decisione a lui spettante ai sensi dell’art. 57 (co. 2 lett d) C.G.S. del CONI sulla richiesta presentata dal Palermo calcio di sospendere i play off. Come a voler significare che questa ‘matassa’ se la sbrigano altri. Ma altri chi? Nel gioco delle parti sembra ormai tutto deciso. Balata difatti sa già la conclusione per questo è andato dritto come un treno perché sa che nei meandri dei ricorsi e controricorsi, che dureranno mesi e mesi, la farà franca sulla decisione che ha assunto con i suoi ‘comprimari’ che fanno parte della lega di serie B.
Tornando alle possibili manomissioni nei bilanci del Palermo, se si va su internet si possono ‘ammirare’ i bilanci di altre società in maniera analitica, anche le maggiori di A, dove la proprietà o i marchi o il merchandising nella maggior parte dei casi è in mano a società anonime estere riconducibili ad altre società sparse per il mondo, con bilanci in forte passivo ma nessuno dice nulla, ad iniziare dalla Covisoc. E dire che il ‘far play finanziario’ in Italia inizierà proprio con l’avvio del prossimo campionato di serie A: vedremo adesso se lo faranno rispettare e quante squadre verranno iscritte al campionato. Ma come al solito in Italia vi sono leggi, regole, norme e normative che sono fatte per rendere elastiche le interpretazioni. E difatti – così come dice il famoso detto – ogni testa è un tribunale ed interpreta la giustizia come meglio crede e se sbaglia (volontariamente o involontariamente) chiaramente non ha poi alcuna responsabilità. Tanto la vita è un gioco. Figuriamoci quindi il Calcio, che è un gioco sportivo.
In questa situazione poi ci si chiede perché l’Italia non è attrattiva ai grandi investitori mondiali nell’ottica della globalizzazione economica-finanziaria. La risposta la sappiamo tutti ed è quella che non avendo leggi chiare e limpide né i tempi di applicazione si è quindi alla mercé dell’interpretazione soggettiva e quindi purtroppo non si ha la certezza dell’applicazione del diritto e dei suoi tempi. Nel caso specifico la penalizzazione inflitta al Palermo calcio, con la retrocessione a tavolino in serie C, ne è un esempio lampante. In quanto vi è un Tribunale della Repubblica Italiana che ha respinto già la richiesta di fallimento della società perché non vi erano i presupposti e vi sempre un Tribunale della Repubblica Italiana, sezione penale, che ha iniziato il suo iter procedurale ma, caso strano, il Tribunale federale nazionale della Figc presieduto dal dott. Cesare Mastrocola ha interpretato, avendone quindi la certezza anche su documenti forniti dal Tribunale di Palermo, la situazione del Palermo calcio diversamente condannandolo.
Si vede che questo collegio giudicante ha in mano altri documenti che la giustizia ordinaria non dispone; quindi farebbe bene il dott. Mastrocola a fornire la sua collaborazione al Tribunale fallimentare di Palermo e alla Sezione Penale spiegando ai magistrati come effettivamente stanno le cose, dato che lui ha le idee chiare. Anzi, nel leggere quanto da loro scritto nel comunicato ufficiale n. 63, in merito alle possibili anomalie nei bilanci della società rosanero – riportando e valutando dati, date e cifre anche in merito a società che detenevano il marchio del Palermo perché ceduto a loro e quindi erano e sono debitori verso l’U.S. Città di Palermo, così come del resto hanno fatto altre società di Calcio anche si serie A quotate in borsa – sottolineando che i commissari della Covisoc (l’ente di controllo) non hanno potuto visionare i bilanci della società perché gli amministratori del Palermo avrebbero approvato il bilancio sempre dopo la loro venuta per i controlli (riportato a pag. 22 del comunicato ufficiale del 63/TFN) o che la società avrebbe fornito dati falsi.
Come se i commissari della Covisoc non potevano tornare a distanza di qualche settimana o mese e così rendersi conto dei bilanci del Palermo e contestavano immediatamente, in base alle perdite ed al rapporto sul patrimonio netto, richiedendo la capitalizzazione della società pena la non iscrizione al campionato. Ma così non è stato, anzi è stato permesso al Palermo calcio di iscriversi ai campionati sulla ‘fiducia’. Ma tutto ciò è credibile? Ed infine ci si chiede – che poi è la cosa che conta effettivamente – i debiti effettivi del Palermo calcio quali sono? I giocatori e i contributi nell’arco di questi ultimi 4 anni sono stati pagati dalla società nei tempi giusti? Su questi punti la società rosanero sembra sia in regola. E quindi se poi tutto ciò si rivela nei prossimi gradi di giudizio infondato in fatto ed in diritto o con evidenza di reati non propri in linea con quanto stabilito nel comunicato del Tribunale Federale Nazionale della Figc, cioè sia la sentenza del dott. Mastrocola che le susseguenti decisioni assunte velocemente dal presidente Balata cosa succederà? Chi pagherà i danni al Palermo Calcio ed alla città di Palermo (Comune e Associazioni di tifosi) per averla esclusa dal campionato di B e di non farla partecipare ai play out per la promozione in A?
Dato che Balata ha dichiarato che ha preso questa scelta “per non rovinare un torneo bellissimo” e se è così decisionista ed è certo di quello che ha fatto perché non dichiara pubblicamente che se ha sbagliato se ne assume tutte le responsabilità, e così poi lui magari assieme ai suoi ‘comprimari’ del consiglio di Lega di serie B, se verranno smentiti nei prossimi gradi di giudizio sia a livello sportivo che dalla giustizia ordinaria, paghino i danni al Palermo calcio e alla Città di Palermo. Ma chiaramente questo non può avvenire perché in Italia chi è preposto in un ruolo di comando non ha alcuna responsabilità. Per questo forse Balata e i suoi ‘comprimari’ hanno fatto quello che hanno voluto, tanto poi sanno che non rispondono di nulla. Questa è l’Italia.