Revocate le deleghe agli assessori, in archivio il Crocetta ter. E il governatore vola a Tunisi
VERSO IL CROCETTA QUATER Il presidente della Regione Siciliana: “La Sicilia non puo’ aspettare”. Al suo rientro da Tunisi “tutto dovra’ essere concluso”. I nodi dell’ex sindaco di Gela di Maurizio Balistreri
di Maurizio Balistreri
Anche il terzo governo Crocetta passa in archivio. Il presidente della Regione siciliana ha revocato le deleghe e le nomine agli assessori, azzerando di fatto la giunta. Rimangono in carica il vicepresidente Mariella Lo Bello, che manterra’ le deleghe della Formazione e delle Attivita’ produttive, “al fine di evitare vacatio di governo in mia assenza” e l’assessore all’Energia Vania Contrafatto, “per ragioni esclusivamente tecniche legate alla sua aspettativa di magistrato”. “L’idea di un nuovo rimpasto politico non e’ stata sicuramente mia – puntella Rosario Crocetta – ma dettata dal succedersi degli eventi e da varie posizioni politiche”. In sostanza, la scelta “non era piu’ rinviabile e l’azzeramento vuole accelerare i tempi del nuovo governo, legittimando pienamente una squadra, in una fase in cui occorre procedere al confronto con il governo nazionale sul risanamento dei conti, realizzare velocemente le riforme, certificare entro l’anno la programmazione europea e avviare la nuova”. Come dire: “La Sicilia non puo’ aspettare”. E si dice “fiducioso che i partiti nei due giorni in cui saro’ per ragioni istituzionali all’estero, sapranno trovare l’intesa necessaria che richiede la responsabilita’ del momento. Al mio rientro tutto dovra’ essere concluso, poiche’ l’azione di governo e quella politica devono pienamente coniugarsi con i tempi, altrimenti il governo e la politica diventerebbero totalmente incomprensibili ai cittadini”. E già, perché da domani e per due giorni, Crocetta sarà a Tunisi per impegni istituzionale e al suo rientro, avverte, “nulla potra’ essere piu’ rinviato. Ho affidato al segretario del mio partito il compito di mantenere con altre forze politiche e i movimenti, le interlocuzioni necessarie e con lui mi raccordero’ costantemente in questi giorni”.
Il nodo principale e’ il Pd e l’area renziana di Davide Faroane, che vuole tre assessorati oltre al tecnico spedito da Roma all’Economia Alessandro Baccei, ritenuto il garante del percorso delle riforme. Due posti all’area del capogruppo Antonello Cracolici e uno a quella del vicepresidente dell’Ars Giuseppe Lupo. In tutto sette. Troppi per il governatore che non ha intenzione di andare oltre la riconferma delle attuali sei poltorne. E a recalcitrare ci sono anche i partiti minori, come la nuova formazione dell’ex ministro Toto’ Cardinale, Sicilia futura, che vorrebbe due posti. Una bella patata bollente per Crocetta che, come sempre, saprà rimetterla nelle mani dei suoi compagni di partito. Il Ncd dato in entrata, ufficialmente continua a ripetere come un disco rotto che “il nostro e’ un no all’ingresso in giunta, ma un si’ alla Sicilia e a una nuova stagione di riforme”. Uno scenario complesso e che rischia di aggravarsi ancor di più con le rivendicazioni finanziarie della Regione che, a fronte di un ‘buco’ di 3 miliardi, ritiene, che nella misura di un miliardo e 900 milioni, sia opera dello Stato. Sul fronte dell’opposizione, irrompe Nello Musumeci: “Crocetta fa come l’angileddi di sant’Aita, ride per non piangere. Si sforza di ostentare calma e serenità, ma con le spalle al muro, ostaggio del suo stesso partito e di quattro ben noti personaggi siciliani che lo tengono in piedi per meschini interessi. E mentre loro consumano il tempo nella guerriglia interna, lui se ne va. Vola in Tunisia lasciando la piazza ai forestali che tornano a gridare la loro rabbia contro un governo che non c’è”.