Elly Schlein
Mercoledì il Parlamento europeo voterà una risoluzione sulla difesa comune e il riarmo, e il Partito Democratico è chiamato a prendere posizione. Domani il partito deciderà come comportarsi, ma la strada è tutt’altro che semplice. La riunione odierna del gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D), di cui il Pd fa parte, non ha portato a una decisione definitiva. La versione finale del testo è arrivata solo in serata, e gli europarlamentari, insieme alla segretaria Elly Schlein, vogliono studiarla a fondo.
Al momento, le opzioni sul tavolo sono due: astensione o “sì motivato”, un voto favorevole accompagnato da una serie di distinguo. Il nodo principale è il riferimento, all’interno della risoluzione, al piano “Rearm Europe” presentato dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Nel testo si esprime apprezzamento per l’iniziativa, un passaggio che stride con la linea critica finora mantenuta da Schlein e da gran parte del partito.
La bozza di risoluzione preparata dai Socialisti e Democratici già conteneva un riferimento esplicito a “Rearm Europe”, definendolo “un primo passo importante per un’azione rapida”. Questo punto, con ogni probabilità, sarà mantenuto anche nel documento di maggioranza, sostenuto dal Partito Popolare Europeo (PPE), dai Verdi e dai Liberali. Un problema per il Pd, che si trova a dover conciliare le pressioni dei riformisti, favorevoli a votare sì, con le perplessità della leadership.
Pina Picierno, esponente di spicco dell’area riformista, non ha dubbi: il Pd non può che votare a favore di un documento che otterrà il sostegno di tutti i socialisti europei. Diversa la posizione di Stefano Bonaccini, che preferirebbe allinearsi alla linea ufficiale del partito, ancora da definire. Schlein, dal canto suo, ha più volte espresso riserve sul riarmo, e nei giorni scorsi aveva lasciato intendere una posizione più critica rispetto a quella che emerge dal testo.
Nelle prossime ore si valuterà la possibilità di modificare alcune formulazioni del documento, ad esempio sostituendo l’espressione “accoglie con favore” con un più neutro “prende atto”. Tuttavia, non è detto che questa proposta passi, considerando il peso del PPE e la volontà di mantenere un testo condiviso.
Sarà compito di Elly Schlein, insieme al capodelegazione Nicola Zingaretti, valutare il testo finale e fissare la linea ufficiale del partito. Una decisione delicata, anche perché tra gli europarlamentari del Pd c’è chi è tentato di votare contro, e qualche dissenso rispetto alla posizione ufficiale sembra inevitabile.
Il voto di mercoledì rappresenta una prova importante per il Partito Democratico, chiamato a mediare tra le diverse anime interne e a trovare un equilibrio tra le istanze europeiste e le critiche verso un riarmo percepito come troppo ambizioso o poco in linea con i valori del partito. La scelta finale potrebbe rivelare molto sugli equilibri interni e sulla capacità della segreteria Schlein di tenere insieme le diverse sensibilità.
Intanto, a Bruxelles si attende con interesse la decisione del Pd, consapevoli che il voto sulla difesa Ue non è solo una questione tecnica, ma un banco di prova per il futuro dell’Europa e del partito.