Ricercatore morto suicida, il padre: troppi silenzi e ipocrisie
“Mio figlio è morto” nel 2010, ma muore anche oggi, muore ogni giorno perché lo Stato, questo Stato nel quale credo e nel quale ha creduto Norman, troppo spesso divora i propri figli come Crono. Troppi silenzi da parte delle istituzioni, troppa ipocrisia di Stato per un omicidio di Stato”. Lo afferma in una nota il giornalista Claudio Zarcone, padre di Norman, il ricercatore universitario che si suicidò sei anni fa lanciandosi nel vuoto dalla Facoltà di Lettere di Palermo, presentando le manifestazioni in memoria del figlio. “Oggi, posso solamente ringraziare Luca Orlando e pochi altri – aggiunge – per la sensibilità fin qui dimostrata; un apprezzamento legato alla sfera umana e alla partecipazione umana. Per contro sbatto contro l’ipocrisia di incantatori di serpenti. Troppi falsi amici nelle istituzioni, troppi finti e untuosi rivoluzionari mendicano la scena, troppi impostori della libertà di pensiero riconosco fra le vestali dell’ipocrisia istituzionale. Ricorreremo pertanto alla ‘violenza’ della musica di Norman e della memoria”. Domani alle ore 11 il ricercatore verrà commemorato nel corso di una cerimonia che si svolgerà a Brancaccio nella rotonda a lui intitolato dal Comune; alle 20:30 si terrà un concerto in Piazza Bologni.