Ridotta a 25 anni di carcere pena a padre Gratien: “Sono vittima del razzismo”
Il sacerdote congolese è accusato dell’omicidio volontario e dell’occultamento del cadavere
La Corte d’Assise d’Appello di Firenze ha condannato a 25 anni di reclusione padre Alabi Gratien, conosciuto come padre Graziano, accusato dell’omicidio volontario e dell’occultamento del cadavere di Guerrina Piscaglia, 50 anni, allontanatasi dalla sua abitazione di Ca’ Raffaello, nel comune di Badia Tedalda (Arezzo), il 1 maggio 2014, per dirigersi in parrocchia, e da allora scomparsa nel nulla. In primo grado, dalla Corte d’Assise di Arezzo, il sacerdote congolese era stato condannato a 27 anni di carcere. La sentenza d’appello che ha ridotto la pena di 2 anni è stata letta questo pomeriggio dal giudice Alessandro Nencini, presidente della Corte. “Questa è una giustizia razzista, sono vittima del razzismo. Se fossi stato italiano, non mi avrebbero condannato”. Così è sbottato padre Alabi Gratien, conosciuto come padre Graziano, subito dopo la lettura della sentenza con la quale la Corte d’Assise d’Appello di Firenze lo ha condannato a 25 anni di carcere per l’omicidio volontario e dell’occultamento del cadavere di Guerrina Piscaglia. Il sacerdote congolese ha assistito a tutta l’udienza oggi al palazzo di giustizia di Firenze, dove era arrivato questa mattina in treno insieme a un confratello dell’Ordine dei Premonstratensi del convento di Roma, dove dimora con l’obbligo del braccialetto elettronico.