Rientra per ora scontro su flat tax, Di Maio: “E’ in contratto”

Rientra per ora scontro su flat tax, Di Maio: “E’ in contratto”
Giovanni Tria
18 marzo 2019

Per ora rientra tutto. Matteo Salvini spiega che la flat tax che ha in testa vale meno di 15 miliardi, Luigi Di Maio spiega che la misura fiscale è nel contratto di governo e che un accordo su entità e platea si troverà. Arriva anche la benedizione del premier Giuseppe Conte, che anche lui richiama il contratto siglato tra Lega e M5s. E acqua sul fuoco la getta anche il ministro del’Economia Giovanni Tria, che nega l’esistenza di stime del Tesoro di costi per 60 miliardi. E così la flat tax potrà essere argomento di campagna elettorale, mentre la sua definizione (percentuale e platea dei beneficiari) sarà oggetto di un’ipotetica trattativa solo dopo le Europee. Non solo: imbarcarsi oggi in uno scontro su un tema che arriverà al pettine solo dopo l’estate avrebbe esposto la maggioranza ad un’ulteriore fibrillazione in una settimana già delicata.

Domani il premier Conte dovrà illustrare in Parlamento il contenuto del memorandum con la Cina, su cui M5s e Lega hanno duellato la scorsa settimana. Il giorno dopo, sempre in Senato, ci sarà il voto dell’Aula sulla richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dalla magistratura nei confronti di Salvini per il caso Diciotti: la consultazione su Rousseau ha dato indicazione ai senatori Cinque Stelle di votare per negare l’ok ai giudici, ma almeno in due (Nugnes e Fattori) sono tentate dal concedere l’autorizzazione. Del resto, le due sono già sotto procedura disciplinare per il voto sul dl sicurezza: una decisione sulla loro espulsione sarebbe già dovuta arrivare, ma per ora è tutto fermo perchè la conseguenza sarebbe che la maggioranza, già stretta a palazzo Madama, si assottiglierebbe ulteriormente.

Ma se Salvini non rischia nulla, visto il sostegno che gli garantiscono Fi e FdI, a rischiare il giorno dopo potrebbe essere il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che in Senato dovrà affrontare la mozione individuale di sfiducia presentata dalle opposizioni. A quel punto, con un vantaggio della maggioranza davvero ridotto. Insomma, meglio non aggiungere altri motivi di tensione tra i due gruppi di maggioranza. Perchè in ballo c’è anche il Cdm che dovrebbe tenersi mercoledì sera: “Per ora è confermato”, dicono i pentastellati. All’ordine del giorno dovrebbero esserci lo sblocca cantieri e l’intervento per estendere la golden power alle gare d’appalto, chiesto dalla Lega per ‘frenare’ i cinesi sulla gestione della tecnologia 5G. Entrambi i provvedimenti vedono motivi di contrapposizione tra Lega e M5s, in particolare sulla figura del supercommissario alle opere pubbliche che il Carroccio vorrebbe. Figura che dallo staff di Toninelli ritengono inutile: “Non esiste”, dicono.

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