Il giovane Filippo Turetta, accusato dell’omicidio volontario e del sequestro dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, è giunto nella casa circondariale di Verona dopo essere stato estradato dalla Germania. L’arrivo è avvenuto all’aeroporto di Venezia stamattina, 25 novembre, a bordo di un Falcon 900EX proveniente da Francoforte. La giornata inizia alle 11.22 quando l’aereo atterra a Venezia, e Turetta, scortato dalle forze dell’ordine, scende dalla scaletta. Nonostante l’area sia off-limits, la sagoma del ventiduenne di Torreglia è riconoscibile. Alle 13.20, a bordo di una Lancia Delta con i vetri oscurati, preceduto da un convoglio di motociclette e automobili dei carabinieri, Turetta esce da un’uscita secondaria dell’aeroporto di Tessera.
L’arrivo in carcere
Il giovane giunge a Verona alle 14:30, dove viene preso in custodia nel carcere di Montorio, assegnato al reparto di infermeria in una stanza singola, sotto stretta sorveglianza 24 ore su 24 per prevenire gesti di autolesionismo. Solo dopo un’attenta valutazione psicologica nei prossimi giorni potrebbe essere trasferito nel reparto “protetti”, dedicato agli accusati di crimini a forte riprovazione sociale. Il legale Giovanni Caruso, indicato dalla famiglia in affiancamento all’avvocato d’ufficio Emanuele Compagno, attende Turetta a Verona per fornire assistenza legale.
La direttrice del carcere di Verona, Francesca Gioieni, dichiara: “Stiamo lavorando, stiamo facendo quello che normalmente facciamo per tutti i detenuti. Lui è tranquillo.” Spiega che vengono applicate le procedure previste dalla normativa: attenzione, cautela, visita medica, immatricolazione, e visita psicologica. Dopo la visita medica e quella psicologica, Turetta viene condotto in cella, dove riceve la visita del suo difensore. “È molto, molto provato, disorientato, anche se con lui sono riuscito ad avere un’interlocuaizone accettabile” ha detto l’avvocato Giovanni Caruso, descrivendo Filippo Turetta, dopo il colloquio in carcere a Verona, precisando che però nell’incontro non si è affrontato il “merito della tragedia”. Il legale ha precisato che il giovane sarà interrogato in carcere martedì prossimo.
L’interrogatorio di garanzia è previsto nei prossimi giorni con il Gip di Venezia, e solo successivamente avrà un incontro con i suoi genitori. Nel frattempo, si approfondiscono gli elementi a carico della tesi della premeditazione, come lo scotch trovato nell’auto del ragazzo, ordinato online 48 ore prima del delitto. L’inchiesta si estende anche alle ore successive alla denuncia di scomparsa di Giulia Cecchettin, con dettagli che emergono dai verbali e da una telefonata al 112 da Vigonovo segnalante un litigio, non seguita dall’invio di una pattuglia. La complessità del caso si sviluppa ulteriormente, aprendo la strada a un’indagine dettagliata sulle circostanze che hanno portato alla tragica fine della giovane studentessa.
Turetta nello stesso carcere di Benno Neumair
Il carcere di Montorio, dove da oggi è rinchiuso Filippo Turetta, è una struttura detentiva che (come altre) soffre del sovraffollamento, ma è riconosciuto come un istituto ben strutturato, in cui vengono svolte molte attività ‘trattamentalì rieducative, finalizzate al reinserimento sociale. Non sfugge tuttavia alla piaga peggiore: i suicidi. Nell’ultimo anno se ne sono registrati tre fra i detenuti: il 13 agosto, un 44enne che non aveva mai mostrato segnali di disagio, è morto per una sospetta overdose di farmaci; i 10 novembre scorso un uomo si era impiccato in cella; soccorso da agenti di Polizia penitenziaria e dai sanitari, era morto il giorno dopo all’ospedale. L’ultimo suicidio è avvenuto il 20 novembre, quando si è tolto la vita un 25enne.
Qui a Montorio si trova da alcuni mesi anche un altro protagonista di un clamoroso caso di cronaca degli ultimi tempi: Benno Neumair, il 33enne bolzanino condannato dalla Corte d’Appello all’ergastolo per il duplice omicidio e l’occultamento dei cadaveri dei genitori Laura Perselli e Peter Neumair. L’uomo era stato trasferito a Montorio, dopo il processo di primo grado, nell’agosto scorso, in attesa dell’appello, celebrato il 30 ottobre. Il carcere di Montorio ha quattro sale colloqui, 11 aule per attività, due biblioteche, una ludoteca, una palestra, un’officina.
È situato a est di Verona, circa 6 chilometri dal centro cittadino, tra i quartieri di San Michele Extra e di quello collinare di Montoio. È stato aperto nell’aprile 1995, sostituendo la vecchia struttura del Campone, una ex caserma di fanteria dell’epioca austriaca. Il sito del ministero della Giustiza spiega che ha una capienza di 335 posti, ma ospita attualmente circa 530 detenuti. Ancor prima che avvenisse il trasferimento dal Campone, le celle di circa 13 metri quadri di spazio, comprensivo di servizi igienici, previste per ospitare una sola persona, erano state dotate di 2 posti letto, in seguito di 3, e oggi di 4. La sicurezza è garantita da 318 agenti di polizia penitenziaria effettivi, contro i 380 previsti.