di Daniele Dimario
Nella base del Carroccio i sì sono appena il 7,4%, a fronte di un 18,9% di indecisi e di un 11,6% di elettori che non hanno ancora deciso se andare a votare. Tra gli elettori della Meloni invece i sì si attestano al 6%, a fronte di un 12% di indecisi e di un 15,2% di chi ancora non sa se voterà. Situazione più fluida nel MoVimento 5 Stelle: i no sono al 52,6%, i sì al 10,2%, gli indecisi al 21,3 e il 15,9% non sa se andrà a votare. Infine Sinistra Italia e gli altri partiti: i no vincono con il 53,3%, a fronte di un 17,7% di elettori che voterebbe sì. Indecisi al 12,9%, il restante 16,1 non sa se recarsi o meno ai seggi.
Il sindaggio fornisce anche un dato storico: dal 5 febbraio a oggi i sì sono stati in vantaggio solo il 29 marzo e il 15 aprile, rispettivamente con il 26,2% (e i no al 25,8%) e col 26,8% (con i no al 26,5). La punta massima di indecisi, il 48% e il 46,7%, si registra proprio il 29 marzo e il 15 aprile. Man mano che ci si avvicina al voto amministrativo calano gli indecisi e aumenta la forbice tra i no e i si, con la bocciatura stabilmente in vantaggio dal 18 aprile a oggi. Ma mentre due mesi fa contrari e favorevoli erano divisi da appena due punti, oggi sono 5 con una quota totale di indecisi/astenuti al 37,%, punto più basso da febbraio a oggi. Insomma, man mano che il voto assume una connotazione politica diminuiscono gli indecisi e aumentano i no. Per Renzi non è un bel segnale.