Riforma del calcio italiano: approvata la risoluzione in Senato. Abodi: “Presto risposte dal governo”

Senato
La settima commissione del Senato (Cultura, Istruzione, Sport) ha approvato oggi una risoluzione che delinea le prospettive di riforma del calcio italiano, frutto di una stretta collaborazione tra la maggioranza parlamentare e il governo. Il documento, che affronta temi cruciali come infrastrutture, vivai e sponsorizzazioni, rappresenta un passo significativo verso un rinnovamento del settore calcistico nazionale.
Durante una conferenza stampa a Palazzo Madama, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha annunciato che le diciannove sollecitazioni contenute nella risoluzione riceveranno una risposta formale da parte del governo. All’evento era presente anche il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che ha sottolineato l’impegno per accelerare e semplificare i processi burocratici legati alla realizzazione di nuove infrastrutture sportive. “Sono contento di poter contribuire a sburocratizzare e velocizzare i progetti”, ha dichiarato Salvini, citando come esempio emblematico il caso di Milano, dove sono stati persi cinque anni per il progetto del nuovo stadio San Siro, senza ancora raggiungere un risultato concreto.
Salvini ha poi affrontato il tema delle sovrintendenze, evidenziando la necessità di modernizzare le procedure senza però rinunciare alla tutela del patrimonio storico. “Nessuno vuole togliere competenze, ma ridurre la soggettività di alcune decisioni. Non tutti gli edifici che hanno 70 anni sono di pregio: alcuni sono antichi e vanno preservati, altri sono semplicemente vecchi e andrebbero demoliti e ricostruiti”, ha precisato il vicepremier.
Il grido del calcio italiano ascoltato dal Parlamento
Paolo Marcheschi, relatore della risoluzione e esponente di Fratelli d’Italia, ha sottolineato come il Parlamento abbia dimostrato di saper cogliere le istanze provenienti dal mondo del calcio, un settore che, nonostante la sua visibilità mediatica e il suo impatto sociale ed economico, è attraversato da numerose criticità. “Il calcio è sempre sotto i riflettori, ma ha evidenziato molte problematiche, non solo per i risultati della nazionale, ma anche per le perdite economiche, che superano i 4 miliardi di euro”, ha affermato Marcheschi.
La risoluzione, ha aggiunto il relatore, gode di un consenso quasi unanime, fatta eccezione per uno o due punti contestati da chi non l’ha votata. In particolare, il Movimento 5 Stelle ha sollevato polemiche riguardo alla proposta di superare il divieto di pubblicità per le società di scommesse, introdotto durante il governo “gialloverde”. Marcheschi ha respinto le critiche, definendole strumentali: “Nessuno è a favore della ludopatia, che è una piaga terribile. Il punto è stato contestato in modo pretestuoso”.
Il ministro Abodi: “Interessi solo al bene comune”
Anche il ministro Abodi è intervenuto sulle polemiche, ribadendo il proprio impegno per il bene comune e respingendo le accuse di essere asservito a interessi privati. “Esprimo rispetto per le posizioni altrui, anche se i toni a volte non sono quelli che vorremmo nel confronto parlamentare. Mi indigna quando sento dire che io sarei asservito a interessi privati: io sono interessato solo al bene comune. Abbiamo un’idea diversa di come perseguirlo, ma l’obiettivo è lo stesso”, ha dichiarato Abodi.
La risoluzione approvata oggi rappresenta dunque un primo passo verso una riforma strutturale del calcio italiano, un settore che, nonostante le sue difficoltà, rimane un pilastro dell’identità culturale e sociale del Paese. La collaborazione tra governo e maggioranza parlamentare sembra aver dato vita a un percorso condiviso, anche se non privo di divergenze, per ridare slancio a un mondo che ha ancora tanto da offrire.