Riforma della Curia, verso un superdicastero missionario

Riforma della Curia, verso un superdicastero missionario
23 aprile 2019

Un supeministero missionario, nato dalla fusione di Propaganda fide e del pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, diventerà il primo dicastero del Vaticano, davanti anche alla “suprema” congregazione per la Dottrina della fede. E’ una delle novità della riforma della Curia romana promossa da Papa Francesco nella bozza – anticipata dalla autorevole rivista cattolica spagnola Vida Nueva – della costituzione apostolica che ridisegna l’organigramma vaticano nel segno del riequilibrio tra centro e periferie. Sin dall’inizio del pontificato di Jorge Mario Bergoglio, questo testo è stato elaborato dal Papa insieme ad un gruppo di cardinali – inizialmente nove, ora diminuiti a sei – provenienti dai diversi continenti. Nella sua ultima riunione dello scorso 8-10 aprile, il “C6”, che ha ormai licenziato una bozza definitiva, ha deciso di inviarlo alle conferenze episcopali di tutto il mondo per una ultima, ampia consultazione, nel segno delal stessa collegialità che il vescovo di Roma ha voluto iscrivere nella riforma della Curia. In Vaticano sin da subito hanno ammesso che era “possibile” che il testo, pur riservato, finisse sulla stampa di qualche paese.

Nel prossimo numero di Vida Nueva, Dario Menor anticipa i contenuti principali della nuova costituzione apostolica che, sin dal titolo, Praedicate Evangelium – noto da tempo – indirizza programmaticamente la burocrazia vaticana nelal vocazione missionaria: “La missione della Chiesa cattolica e, di conseguenza, della Curia romana, deve essere evangelizzare. Tutto il resto viene dopo”, sintetizza il giornalista spagnolo. La nuova costituzione apostolica sostituirà la Pastor Bonus promulgata da Giovanni Paolo II nel 1988. Molte le novità prospettate nella bozza, non filtrate o comunque non in modo così netto nel corso di questi anni. Innanzitutto, “il primo nella lista dei dicasteri (finisce la distinzione tra ‘congregazioni’ e ‘pontifici consigli’) è quello della Evangelizzazione. Sarà davanti alla Dottrina della fede, consideata storicamente la ‘numero uno’ tra i dicasteri della Curia roamana, e fonde due istituzioni attualmente distinte”, ossia la congregazione per la Dottrina della fede (Propaganda fide), attualmente guidata dal cardinale Fernando Filoni, e il pontificio consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione, attualmente guidato da mons. Rino Fisichella e creato da Benedetto XVI nel 2010. “Il punto principale della nuova costituzione apostolica è che la missione della Chiesa è l’evangelizzazione”, spiega nel testo anticipato da Vida Nueva il cardinale Oswald Gracias, uno dei sei membri del C6. “La pone al centro della Chiesa e di tutto quel che fa la Curia. Sarà il primo dicastero”.

Papa Francesco, va ricordato, sin dal discorso che pronunciò alle congregazioni generali che precedettero il conclave del 2013 che lo elesse, ha insistito sulla necessità che la Chiesa, “in uscita”, sia missionaria, una Chiesa non “autoreferenziale” che “deve lasciare tutto e andare nelle periferie”, fisiche od esistenziali, meno attenta alle dispute dottrinali che a raggiungere con il messaggio evangelico gli esseri umani, credenti o meno, più o meno peccatori. “Praedicate Evangelium – è una seconda novità indicata da Vida Nueva – colloca i dicasteri vaticani al servizio tanto del Papa come del collegio episcopale”. Il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, citato nel testo, spiega: “Come successori degli apostoli, i vescovi non stanno in una posizione ecclesiologica inferiore rispetto a coloro che lavorano nelal Curia romana”. E dunque, chiosa il giornale spagnolo, da ora “il pastore di qualunque diocesi, per piccola che sia, avrà lo stesso grado gerarchico del prefetto di una istituzione vaticana”.

Va detto che risuona in questa impostazione tanto l’esperienza di Jorge Mario Bergoglio quando si interfacciava con la Curia romana da arcivescovo di Buenos Aires quanto quello che il nuovo Papa disse in una storica intervista alla Civiltà cattolica a sei mesi dal Conclave che lo aveva eletto: “I dicasteri romani sono al servizio del Papa e dei Vescovi: devono aiutare sia le Chiese particolari sia le Conferenze episcopali. Sono meccanismi di aiuto. In alcuni casi, quando non sono bene intesi, invece, corrono il rischio di diventare organismi di censura. È impressionante vedere le denunce di mancanza di ortodossia che arrivano a Roma. Credo che i casi debbano essere studiati dalle Conferenze episcopali locali, alle quali può arrivare un valido aiuto da Roma. I casi, infatti, si trattano meglio sul posto. I dicasteri romani sono mediatori, non intermediari o gestori”.

Tornando alla bozza della Praedicate Evangelium anticipata da Vida Nueva, terza novità è la nascita di un dicastero per la Carità del Papa, che assorbirà la Elemosineria apostolica guidata dal presule polacco Konrad Krajewski che il Papa ha voluto creare cardinale. Era stato lo stesso Francesco, del resto, ad accennare, in un suo recente discorso, al fatto che così come la teologia cattolica tiene sullo stesso piano fede e carità, la stessa analogia doveva trovarsi nelle sue attività. “Dopo l’evangelizzazione deve venire la carità, che deve alimentarsi delle donazioni che riceve il Papa e di quel che egli chiede alla ‘banca centrale’ che non è lo Ior ma l’Apsa”, sottolinea Maradiaga, l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica guidata da mons. Nunzio Galantino che figura, nella bozza, tra gli uffici di Curia. In questo novero – altra novità – figura anche la Segreteria per l’Economia, guidata in passato dal cardinale George Pell e, nei primi anni del Pontificato, spesso paragonata ad una sorta di superministero delle finanze che però, invece, viene declassato.

Oltre a recepire le novità già introdotto nella Curia romana da Papa Francesco – la nascita della terza sezione della Segreteria di Stato dedicata ai nunzi apostolici, la nascita di un dicastero per la comunicazione, guidata dal laico Paolo Ruffini, che coordina e gestisce i diversi mass media vaticani, la fusione di diversi pontifici consigli e la conseguente nascita di due nuovi dicasteri, Laici vita e famiglia, da un lato, e Promozione dello sviluppo umano integrale, dall’altro, che assume un ruolo centrale nel futuro della Curia romana – la bozza di costituzione apostolica prevede anche una nuova fusione, quella tra pontificio consiglio della Cultura, attualmente guidato dal cardinale Gianfranco Ravasi, e congregazione per l’Educazione cattolica, attualmente guidato dal cardinale Giuseppe Versaldi. Nella bozza viene formalizzata, inoltre, la presenza della pontificia commissione per la Tutela dei minori, creata dal Papa Francesco nel 2014, annoverata tra le “istituzioni legate alla Santa Sede”: “Vogliamo che si mantenga indipendente per rispettare la sua credibilità e che non sia la voce della Curia, ma se non facesse parte della Curia non avrebbe potere su di essa”, spiega Gracias. “Bisogna trovare un equilibrio tra credibilità ed efficacia”.

L’idea, ora, è che la bozza anticipata da Vida Nueva sarà letta e discussa dai vescovi del mondo, anche al fine di proporre “miglioramenti” per rendere in particolare più agile il rapporto tra Santa Sede ed episcopati nazionali, e i suggerimenti dovranno tornare a Roma in modo che il Papa possa poi fare una sintesi e firmarla entro fine anno. Non è escluso, scrive Vida Nueva, che per verificare la recezione della nuova costituzione apostolica verrà convocato, a tempo debieto, un Sinodo. askanews

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