“Mi auguro di fare presto, bene e in fretta, non è una carica che agognavo ma un impegno notevole”. Parola del presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, intervenendo a “Radio Anch’io Sport” su RadioUno. Per le riforme c’è da attendere: “Il commissario ha carattere di ordinarietà per la gestione, la riforma del campionato è un provvedimento straordinario. Ha poteri che devono essere ratificati dall’assemblea e quindi serve una maggioranza qualificata per cambiare il format. La cosa più importante per un commissario è la riforma dello statuto, ed è questo l’obiettivo più importante che ho in mente”. Per Tavecchio “c’erano le condizioni per fare un presidente ma fattori di natura economica ha portato i presidenti a dividersi ancora”. Sulle nomine dei subcommissari non c’è stata alcuna ingerenza del Coni, assicura, “Il campionato a 18 squadre? Ho sempre pensato a raggiungere questo obiettivo, il problema è che la decisione dei format è legata a modelli culturali che dipendono da delibere assembleari qualificate, ed è difficile portarlo a termine – prosegue Tavecchio – Introdurre i play-off ed i play-out? Sono idee innovative e nei tornei dilettanti ci sono già, così come nel calcio a 5 nazionale. Bisogna studiare delle forme nuove, introdurre qualche correttivo per evitare queste situazioni”.
Sul campionato dice: “E’ un campionato buono, che ha messo in evidenza le cinque squadre che si prevedeva: l’importanza della Juve è fuori discussione, ma Roma e Napoli stanno riducendo il gap e spero che in futuro ci sia più competitività”. La prossima Serie A inizierà il 20 agosto: “Non è stato scontentato solo il ct, abbiamo sperato che potessero essere accolte, con la data del 13 agosto, le istanze della federazione. Per vincere il girone (e ottenere la qualificazione diretta, ndr) in Spagna dobbiamo soltanto vincere e sarebbe stato un atteggiamento di grande disponibilità anticipare il campionato. Purtroppo i colori della maglia azzurra non sono ancora ben radicati nella classe dirigente”. Sulle nuove proprietà di Milan e Inter dice: “l’era dei mecenati è finita. Oggi ci sono questi grandi gruppi industriali che fanno trust o fondi per investire. Il calcio ha una visibilità indiretta e l’obiettivo di questi soggetti è creare delle sinergie globali che vanno al di la’ della società di calcio”. Sull’introduzione della Var dalla prossima stagione aggiunge: “Sono molto contento. C’è una mia lettera dell’ottobre 2014 in cui chiedevo la tecnologia a Blatter, si figuri se non sono contento che entri in funzione nel prossimo campionato. Nicchi ha fatto bene ad annunciarlo. Italia e Germania sono le due nazioni che avranno questo privilegio, dobbiamo avere fiducia nella classe arbitrale, abbiamo tecnologica all’avanguardia e stadi pronti. Sono convinto che la Var avrà una buona riuscita”. Sul sorteggio delle semifinali di Champions League “consiglio al presidente Agnelli di stare molto cauto. Non è semplice. Le partite che si danno per scontato si perdono, ma la Juventus ha qualità e tecnica per superare il turno”.