Riforma elettorale non passa, niente doppia preferenza di genere. Serracchiani critica opposizioni

La norma avrebbe anche consentito limite due mandati consecutivi a sindaci

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La riforma elettorale del Friuli Venezia Giulia non è stata approvata nella tarda serata di ieri dal Consiglio regionale. I sì sono arrivati da Pd, Cittadini e Sel-FVG; no da parte di FI, M5S, AR, AP, FdI/AN, LN, Mdp. Per essere approvata, la legge che conteneva modifiche alla legge elettorale regionale, essendo di rango statutario, avrebbe avuto bisogno della maggioranza assoluta, ossia di 25 voti favorevoli: ma la votazione finale ha dato come esito 23 sì, 21 no e nessun astenuto, così il provvedimento non può considerarsi approvato. Se la legge avesse ottenuto la maggioranza assoluta avrebbe previsto la doppia preferenza di genere, avrebbe consentito a tutti i sindaci di candidarsi e avrebbe posto il limite dei due mandati consecutivi a partire dalla prossima legislatura. Più altri aggiustamenti alla normativa vigente, tra cui cause di ineleggibilità e incandidabilità e loro eccezioni. “E’ stato un passaggio politico importante, che ha visto la maggioranza coesa sui tre punti fondamentali: la candidabilità dei sindaci senza l’obbligo delle dimissioni, la doppia preferenza di genere e il limite dei due mandati per i consiglieri regionali”, ha commentato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani.[irp]

“Il centrodestra e il Movimento 5 Stelle sono contro una richiesta che viene dai cittadini. Dovranno spiegare la loro contrarietà ai sindaci, alle donne e – ha concluso Serracchiani – ai cittadini che volevano il ricambio della politica”. “Finché non sceglieremo le persone solo in base a merito e competenze, noi donne avremo bisogno di un aiuto. Per questo sono favorevole alla doppia preferenza di genere”, aveva detto la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani intervenendo durante la discussione sulla riforma della legge elettorale regionale. “Io sarei anche contraria alle quote rosa – aveva aggiunto – ma siccome viviamo in una società dove c’è un approccio culturale sbagliato, allora accetto che per le donne ci sia un aiuto”. “Mentre ci sono tanti uomini deboli che ricoprono posizioni pubbliche, alle donne è ancora richiesto di essere ‘toste’. Il fatto è che siamo diversi e questo dovrebbe essere semplicemente accettato, ma purtroppo – aveva concluso Serracchiani – non è così”.[irp]