Riforma giustizia: cambia processo civile, divorzio più facile e cause più celeri
Passa alla Camera il testo relativo al processo civile. Servirà ad abbattere l’arretrato dei milioni di procedimenti da anni in piedi?
di Enzo Marino
La riforma della giustizia comincia a muovere i primi concreti passi in Parlamento, anche se attraverso l’ennesimo voto di fiducia. L’aula di Montecitorio ha, infatti, dato il via libera al testo uscito dalla II commissione e avente lo scopo di rendere legge dello Stato il decreto con cui si vuole rendere più veloce la giustizia civile, che deve fare i conti con milioni di procedimenti ancora in corso, molti dei quali di durata anche trentennale. Il voto conclusivo a cui seguirà la pubblicazione in G.U. è previsto per oggi: tra i provvedimenti che potrebbero presto diventare legge vi sono quello che riduce le ferie dei Magistrati e quello che va a toccare la normativa in tema di divorzio: se non vi saranno intoppi tra poco tempo sarà possibile dirsi addio dinanzi all’ufficiale civile potendo rinunciare all’assistenza legale (anche se solo nel caso in cui la coppia che ha deciso di porre fine al vincolo matrimoniale non abbia figli minorenni).
Il provvedimento, che ha fatto notizia solo per gli interventi sulle ferie dei magistrati, contiene in realtà molte norme volte a far uscire la giustizia civile dall’ingorgo costituito dai milioni di cause pendenti. Tra le misure previste vi è una semplificazione per quanto riguarda le modalità con cui affidarsi al procedimento arbitrale e la conciliazione con l’assistenza degli avvocati. Quest’ultima possibilità non sarà però indolore per le finanze di chi vi si affiderà. Inoltre, chi perderà la causa dovrà pagare tutte le spese processuali, o almeno è questa l’intenzione del governo con la modifica apportata all’art. 92 del c.p.c. La vita si preannuncia più dura anche per i debitori: chi non dovesse pagare si ritroverà, infatti, a dover pagare cifre molto più alte rispetto a quanto vantato dal creditore, il quale avrà anche la possibilità di ottenere un quadro completo di tutti i beni del debitore: questo sarà possibile grazie ai nuovi poteri dati agli ufficiali giudiziari.
Andrea Orlando, titolare del dicastero della Giustizia, ha espresso plauso per questo voto di Montecitorio, affermando che: “Quello compiuto è un primo importantissimo passo per modernizzare la giustizia civile” e che l’obiettivo successivo sarà, attraverso lo strumento della delega legislativa al governo, riformare il processo civile. Tuttavia, se da un lato il Governo può senza dubbio essere soddisfatto di quanto ottenuto nell’aula di Montecitorio, dall’altro segue con una certa apprensione il voto che prenderà il via nella giornata di oggi in Senato. In Commissione cominceranno, infatti, le operazioni di voto sul testo Buemi, quello relativo alla responsabilità civile delle toghe, il quale è stato modificato dall’esecutivo. E altri problemi, per il partito del Premier, potrebbero concretizzarsi a causa di un altro disegno di legge, anch’esso presentato da Buemi, che se approvato andrebbe darebbe il via al processo per cambiare la legge Severino e darle un impianto “meno giustizialista e più garantista”, come affermato da alcuni Senatori.