A gennaio dovrebbe entrare definitivamente in vigore. E’ una delle riforme tra le più decantate degli ultimi anni, soprattutto dal governatore della Sicilia. Una riforma, quella delle province, data in pasto ai media per fatta, ancor prima di redigerne una bozza. Nell’agenda di Rosario Crocetta è stata sempre tra le priorità, ma finora, dopo circa due anni di annunci e passaggi d’Aula, di fatto questa riforma non è stata definitivamente completata. Tranne il fatto che la denominazione Province è stata depennata per essere sostituita dai Liberi consorzi dei Comuni. In prima linea in questa battaglia, c’è sin dal primo momento l’assessore regionale alle Autonomie locali, Patrizia Valenti. Il vice presidente della Regione Siciliana, annuncia da queste colonne che da lunedì riprenderà il percorso che dovrà condurre all’attuazione definitiva della riforma.
Assessore a che punto siamo?
“Il 24 di settembre è il termine ultimo per i Comuni per poter mettere in atto le procedure previste dalla legge per transitare, eventualmente, in un altro Consorzio oppure a una Città metropolitana. A quella data i Comuni ci dovranno far pervenire le loro determinazioni. Dopodiché sarà proposta dal Governo una norma che definisca con esattezza quali sono i Consorzi che si sono costituiti e quali sono i Comuni che ne fanno parte, stesso discorso con le Città metropolitane”.
Si paventa il rischio di sovrapposizioni di funzioni, per esempio tra Regione e Consorzi.
“In merito sarà fondamentale anche l’altra parte del disegno di legge governativo, a cui stiamo lavorando, che è proprio il trasferimento di funzioni dalle ex Province agli attuali Consorzi e alle Città metropolitane. E’ questo il vero cuore della riforma”.
Uno dei nodi da sciogliere sono le risorse, come verranno distribuite ai vari nuovi organismi. Per non parlare dei debiti delle ex province, chi li pagherà.
“Teniamo conto che già la legge nazionale prevede che egli enti che subentrano alle Province subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi, quindi saranno i Consorzi e le Città metropolitane che, per esempio, potranno incassare gli attuali tributi che, in questo momento, vanno nelle casse delle ex Province. E’ chiaro che bisognerà valutare e immaginare un sistema modulare per ripartire queste eventuali entrate tra i Comuni che fanno parte del Consorzio in proporzione a quello che sarà l’assorbimento delle funzioni. In parallelo, c’è il grosso tema dei mutui, ma anche lì si sta lavorando. Per esempio, con il ministro Delrio è stata ipotizzata una soluzione che vede la riunificazione di questi debiti delle Province a livello regionale per essere azzerati con un coinvolgimento della Cassa depositi e prestiti”.
Tradotto in estrema sintesi: si procureranno le risorse per azzerare i debiti delle ex Province e da quel momento in poi la responsabilità della gestione finanziaria passerà interamente ed esclusivamente ai Consorzi.
“Esatto. Questo è chiaramente, e lo sottolineo, un meccanismo allo studio degli uffici, una delle soluzioni. Ne parlo, però, perché voglio evidenziare che la riforma che stiamo portando avanti in Sicilia non può essere avulsa da quello che sta succedendo a livello nazionale, per cui, per quanto noi abbiamo la nostra specificità, per quanto abbiamo la competenza esclusiva in materia, non possiamo non guardare cosa succede al di là dello Stretto. Quindi, il motivo per il quale anche la nostra riforma sta procedendo come detto più volte step by step è anche per allineare il nostro percorso a quello dello Stato e fare in modo che alcuni provvedimenti di natura nazionale possano essere utilizzati anche da noi affinché siano vantaggiosi per il nostro stesso sistema”.
Bene, torniamo alla scadenza di settembre…
“Grazie al provvedimento a cui stiamo lavorando, allora sapremo il ‘nome e cognome’ dei Consorzi e i Comuni che ne faranno parte. Avremo pronta anche un’ipotesi di trasferimento di funzioni dalle ex Province ai Consorzi e alle Città metropolitane e/o ai singoli Comuni. Ma ci saranno anche alcune funzioni che rientreranno a far parte dell’amministrazione regionale. Per quest’ultimo caso, penso una per tutte, la competenza sulle strade provinciali. Tutto questo impianto a fine settembre dovrebbe essere pronto in un unico disegno di legge che il governo porterà all’Ars”.
Questo sarebbe l’ultimo step normativo.
“Sì, certamente. Tuttavia, nel trasferimento delle funzioni potrebbe anche essere necessario pensare, in alcuni casi, a delle fasi transitorie. Ma questo lo vedremo quando parleremo della norma relativa all’attribuzione delle funzioni a fine anno”.
Insomma, bando alle norme e a tutti gli iter burocratici, quando entreranno definitivamente in funzione i nuovi organismi.
“Sicuramente all’inizio dell’anno prossimo saremo pronti anche col trasferimento delle funzioni, quindi a questo punto non abbiamo più altre norme da studiare, da varare, perché l’impianto normativo sarà completo”.
E il personale? C’è una bozza di come sarà collocato?
“E’ molto semplice. Il personale che oggi si trova nelle ex Province svolge delle mansioni e delle funzioni, quindi è chiaro che sarà assegnato là dove verrà assegnata la funzione. Se quella determinata funzione dovesse restare in capo al Consorzio costituitosi, rappresentando geograficamente la vecchia Provincia, le persone resteranno lì. Se, invece, quel personale si occupava di altre competenze che magari vengono passate ai singoli Comuni, allora sarà trasferito a un ente locale. Fermo restando lo status giuridico ed economico di partenza, perché su questo già la legge 8 del 2014 è chiara. In ogni caso, gli eventuali spostamenti verranno concordarli col personale prima di tutto, e con i sindacati. Ma volevo annunciare…”
“Lunedì si insedierà un nuovo gruppo di lavoro con la presenza di tutte e quattro le università siciliane, degli uffici regionali, di tutti i sindacati e di esperti della materia, per riprendere il lavoro che già altri due gruppi hanno fatto nella prima parte della riforma, quella in pratica che ha portato alla legge 8 sulle funzioni, il trasferimento delle stesse, sulla problematica del personale, sul patrimonio, mutui, debiti, tributi e anche sul patrimonio immobiliare. E da lì ripartiremo”.